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Il miracolo sportivo del Bama basket Altopascio

un-pallone-da-basket-materiale-vettore_15-2242[1]Come l’Araba Fenice. E’ il Bama basket Altopascio. La squadra di una cittadina di 15 mila abitanti che sfida Grosseto, Piombino, Perugia e quant’altro. A luglio del 2012, con le lacrime agli occhi, il presidente Sergio Guidi annunciò il default, come va di moda adesso. Lo spread tra costi e ricavi era negativissimo. In parole povere, nonostante tagli e sacrifici ed con l’aiuto di un’azienda come Bama non c’erano i soldi per iscriversi al campionato. Il budget per la categoria, la C nazionale, era diventato insostenibile. Il sodalizio della NBA, acronimo di Nuova basket Altopascio, ha costruito anche un validissimo progetto oltre lo sport, direi socio-educativo. Sarebbe andato a monte non solo e non tanto la prima squadra, ma l’attività per quelle decine di bambini e ragazzi del settore giovanile. Ripeto, un servizio alla società, intesa come quella civile, evitare che quei giovani finissero nella rete tentatrice della microcriminalità. Diffondere in loro una cultura sportiva, insegnare che nella vita si vince ma molto più spesso si perde. Dire in modo schietto “Guardi, suo figlio non ha talento ma con noi si diverte e apprende anche altri valori oltre al tiro da 3 punti”, roba rara come il Gronchi rosa visto che nelle società sportive c’è l’assalto di chi giudica la propria prole come se fosse Michael Jordan o Lebron James, se preferite il presente. Tutto questo lavoro sarebbe stato spazzato via. E allora Guidi si è ribellato, ha trovato gente disposta a dargli una mano, ci ha investito di suo e caparbiamente ha pagato la fideiussione per l’iscrizione. Ok, retrocederemo ma il titolo sportivo è salvo. Roster con atleti vogliosi di emergere; allenatore Pistolesi, allevato in casa. Stipendi? Non scherziamo, semmai rimborsi spese. Semmai. Tutta gente che lavora e che si allena dalle 19 in poi, sottraendo per questa passione, tempo alla famiglia. Con la promozione in C nazionale la squadra gioca sempre in trasferta, perché lo scatolone di via Marconi ad Altopascio non è omologato per quella categoria e allora le partite interne si disputano a Ponte Buggianese, altro comune, altra provincia addirittura, Pistoia. Avere un bell’impianto di proprietà garantirebbe denaro, incassi, indotto (bar, negozi). Insomma mille difficoltà. Sarebbe abbastanza anche così. Ma voi volete la favola, vero? Eccola. I ragazzi di Altopascio hanno cominciato con 5 vittorie consecutive, erano primi, adesso sono splendidamente terzi (dopo alcuni ko con l’Umbria, assai indigesta viste le sconfitte con Orvieto, Perugia e Gubbio e anche Bottegone Pistoia) e detengono il miglior attacco del campionato. Cosa aggiungere?

Comments (1)

  • Lorissays:

    12 January 2013 at 5:00

    Aggiungo che qualsiasi sport minore, abbia bisogno di un invito a farlo.
    Io sono un podista della Podistica Galleno e quando la domenica mattina faccio le corse non competitive, e perciò Ludico-Motorie aperte a tutti, vedo pochissimi giovani. Questo mi dispiace.
    Bisogna far uscire dal letargo tv-telefonini-playstation, i ragazzini. Portarli a fare sport, rimanere a contatto con la natura, imparare il rispetto per le cose, per gli animali, per le persone.
    In questo, lo sport è padrone assoluto. Fa stare bene, migliora l’animo e il fisico.
    Che le istituzioni possano dare una mano alle società sportive e ricreative. Sopratutto creando spazi adatti.

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