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[REGIONE UMBRIA] PRIMA COMMISSIONE: “VALORIZZAZIONE DELL'EX OSPEDALE DI CITTÀ DI CASTELLO” – AUDIZIONE CON L'ASSESSOR…

La Prima Commissione consiliare ha ascoltato l’assessore Luca Barberini, il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta ed il direttore generale dell’Usl Umbria1 Andrea Casciari, per una audizione sulla valorizzazione dell’ex ospedale cittadino. Al termine della riunione si è deciso di lavorare ad un documento con il quale, visto lo sforzo del Comune, si sollecita la Giunta regionale sulla necessità di trovare le risorse necessarie, in tempi certi, per valorizzare completamente l’immobile. [Immagini dell’audizione https://goo.gl/tgWPjF]

 

(Acs) Perugia, 5 aprile 2017 – La Prima Commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Andrea Smacchi, si è riunita questa mattina per una audizione sulla valorizzazione dell’ex ospedale di Città di Castello. A Palazzo Cesaroni sono stati ascoltati l’assessore Luca Barberini, il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta ed il direttore generale dell’Usl Umbria1 Andrea Casciari.

Il presidente SMACCHI ha ricordato che “la Prima Commissione si è già occupata del futuro delle strutture che ospitavano il vecchio ospedale ‘San Florido’ di Città di Castello (https://goo.gl/FQU446). Oggi vogliamo fare un passo in avanti. Per questo lavoreremo ad un documento da far approvare all’Aula con il quale, visto sforzo del Comune di Città di Castello, solleciteremo la Giunta sulla necessità di trovare le risorse necessarie in tempi certi per valorizzare questo immobile. Serve un lavoro di collaborazione tra le diverse istituzioni perché questo è un problema che riguarda tutta la comunità regionale”.

L’assessore BARBERINI ha spiegato che “nella programmazione regionale dei prossimi anni cercheremo di dare maggiore enfasi alla prevenzione e al territorio. E per rafforzare le cure primarie è necessario intervenire sui distretti e sulle case della salute. Dall’analisi fatta su Città di Castello si ritiene che le esigenze sanitarie possano essere soddisfatte utilizzando il piano terra della struttura dell’ex ospedale, che ha una superficie di 2500 metri quadrati, dove potrebbero essere ricollocati i servizi territoriali riconducibili alla casa della salute. L’immobile si presta a questo scopo. Noi abbiamo le capacità economica di affrontare l’operazione, con l’autofinanziamento delle aziende sanitarie e la possibilità di ricorrere a forme di indebitamento grazie ad economie generate dalla riduzione di altri canoni d’affitto. Una volta partito l’investimento generale noi non abbiamo problemi ad attuare la copertura finanziaria per gli interventi che vorremmo collocare al piano terra della struttura, ovviamente per quanto attiene al servizio sanitario regionale. Però ci sono altre superfici che hanno bisogno di essere riqualificate per rendere funzionale e sicuro l’immobile. Quindi servirebbe un piano finanziario a copertura di questi interventi che dovrebbero essere ripartiti tra i diversi soggetti che utilizzeranno la struttura”.

Il sindaco BACCHETTA ha rimarcato i “complessi problemi della struttura. Il Comune può mettere a disposizione una risorsa importante come il lascito Mariani, circa 3 milioni di euro, che è vincolato a finalità sanitarie. Le risorse sarebbero sufficienti per la casa della salute, ma non basterebbero per risolvere i problemi strutturali dell’interno immobile, come il tetto. Non dobbiamo prendere in giro i cittadini: se aspettiamo il privato non partiremo mai. La comunità tifernate mette in campo uno sforzo immenso: la Regione deve fare la sua parte”.

Il direttore generale CASCIARI ha spiegato che “l’ospedale di Città di Castello è diverso dalle altre situazione perché e non fa parte del patrimonio dell’Asl ma di quello della Regione. Quindi non ne abbiamo la concreta disponibilità. La struttura è di tre piani, non è divisibile e non è ben messa. Dall’esame dei servizi che abbiamo sul territorio dell’Alto Tevere è emerso che sono sufficienti i 2500 metri quadrati del piano terra perché disponiamo già in città di una palazzina di 1200 metri quadri. Per rendere fruibile il piano terra l’intera struttura dovrebbe essere messa a norma. L’operazione è estremamente interessante e fattibile per l’aspetto sanitario ma c’è da risolvere l’aspetto strutturale dell’immobile: sono oltre 8mila metri quadrati e quindi stiamo parlando di una cifra intorno ai 12 milioni di euro”. RED/dmb

Fonte: Regione Umbria