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[REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA] Salute: Patto tra Regione e i DG degli enti del Servizio sanitario (1)

Obiettivo principale il contenimento dei tempi d’attesa delle
prestazioni

Trieste, 29 apr – E’ il contenimento dei tempi d’attesa delle
prestazioni l’obiettivo principale del Patto tra Regione e
direttori generali degli enti del Servizio sanitario, il cui
testo è stato approvato nel corso dell’ultima riunione della
Giunta.

Tutte le aziende per l’assistenza sanitaria e quelle sanitarie
universitarie integrate, nonché gli istituti di ricerca e cura a
carattere scientifico, Burlo e Cro di Aviano, dovranno accrescere
il loro impegno per ridurre i tempi di attesa, sia per la
specialistica ambulatoriale che per gli interventi chirurgici.
Vanno rispettate le priorità indicate, a seconda dell’urgenza
della prestazione, così come definita dai medici, è scritto nel
Patto. Ed è stato sottolineato con forza dalla stessa presidente
della Regione, Debora Serracchiani, e dall’assessore alla Salute,
Maria Sandra Telesca, che subito dopo l’approvazione del
documento hanno incontrato a Trieste tutti i dg, anche per fare
il punto sull’attuazione della riforma sanitaria.

Attuazione che, come spiega Telesca, “comprende tantissimi
aspetti, a partire dal miglioramento dei rapporti con i cittadini
e dal potenziamento della sanità territoriale, con l’attivazione
dei Centri di assistenza primaria (Cap). Ma in particolare oggi
abbiamo focalizzato l’attenzione su uno dei temi più sentiti da
chi ha un problema di salute, ovvero i tempi di attesa delle
prestazioni”.

“Abbiamo condiviso con i dg di mettere questo punto quale
principale traguardo da raggiungere nel corso dell’anno – precisa
– a cui collegare il sistema di lavoro delle aziende sanitarie,
con il miglioramento del modello organizzativo che interessi
prima di tutto la gestione delle agende degli appuntamenti”.

“Vogliamo affrontare e risolvere con determinazione il problema”,
ha evidenziato la presidente Serracchiani, ricordando però che “i
dati in possesso della direzione centrale della Salute indicano
che c’è stato nel corso dell’ultimo anno un miglioramento
evidente e puntuale”.

Basti pensare che di fatto su 2.150 diverse prestazioni erogate
le criticità riguardano solo meno di una decina. E su queste si
interverrà. Così come si lavorerà anche sul fronte della
consapevolezza e dell’informazione dei pazienti, che “devono
essere messi in grado di comprendere che c’è una differenza tra
chi ha necessità di una prestazione urgente e chi può
tranquillamente rientrare in una programmazione un po’ più
lunga”, è stato detto, sottolineando che è il medico che deve
decidere.

Per quanto riguarda l’assistenza primaria, poi, le Aziende
dovranno completare l’avvio dei Cap. “Ai tredici già avviati se
ne aggiungeranno altri entro l’estate – conferma Telesca,
spiegando anche che “sta aumentando ogni giorno la percentuale di
cittadini presi in carico dalle medicine di gruppo, formate da
più medici che lavorano assieme, e che così garantiscono una
presenza in un arco di tempo più ampia e possono sviluppare la
cosiddetta sanità di iniziativa, strumento efficace nella
gestione delle malattie croniche, per prevenire l’aggravamento
delle patologie, pe ridurre il ricorso ai ricoveri ospedalieri e
gli accessi al pronto soccorso”.

Sul tema del rapporto cittadino-paziente nell’incontro con i
direttori generali si è discusso anche della formazione del
personale a contatto con il pubblico (addetti alle prenotazioni,
sportellisti) per affinare e omogeneizzare la qualità della
risposta.

“Per mettere realmente pazienti e famiglie al centro di un
sistema integrato che sappia dedicare attenzione al malato e non
alla malattia, a tutti i livelli serve cortesia, occorre entrare
in un’ottica di relazione di servizio. Che significa saper
accogliere, rispettare, comprendere i bisogni e, per quanto
riguarda il personale che entra in contatto con i cittadini,
anche saper sempre fornire informazioni puntuali e corrette”.

“Con la riforma – aggiunge Telesca – molto abbiamo migliorato ma
anche abbiamo inserito regole nuove. Vogliamo formare il
personale su tutto per poter dare le risposte in linea con quanto
è stato fatto”.

Tra i temi affrontati anche l’odontoiatria sociale, perché “il
progetto ha iniziato a camminare ma naturalmente l’applicazione
va fatta in modo capillare. E ciò richiede un forte sforzo
organizzativo da parte delle aziende e dei professionisti che vi
operano, oltre alla condivisione di regole comuni”.

In sostanza ai direttori generali – conclude Telesca – abbiamo
dato tantissimi compiti, sfidanti ma fondamentali perché i
cittadini possano vedere realmente gli effetti di una riforma che
punta a incrementare e ottimizzare i servizi sanitari”.
ARC/PPD/EP

Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia