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[ALTOPASCIO] Rumsas in ospedale 24 ore prima della morte  


LUCCA. Era appena tornato alla villetta dei genitori in via dell’Ave Maria a Lunata dopo aver effettuato delle analisi e dei controlli legati alla sua attività di giovane corridore destinato a ripercorrere le orme del padre ex campione delle due ruote. Non si era sentito bene Linas Rumsas, 21 anni, ciclista di origini lituane e figlio di Raimondas ex professionista dal 1996 al 2004. Il primo maggio aveva perso i sensi nel pomeriggio ed era finito al pronto soccorso dell’ospedale San Luca. Ma dopo gli accertamenti di rito, tra cui l’elettrocardiogramma, in tarda serata era tornato a casa. Sembrava un malessere passeggero. Roba di poco conto per un ciclista già campione di Lituania under 23. Invece quel malore, quell’apparente «calo di zuccheri» nascondeva ben altro.


Linas Rumsas è crollato a terra nella cucina della sua casa ieri mattina alle 10,30. E, contrariamente a quanto era accaduto meno di 24 ore prima, non si è più rialzato. Inutili i soccorsi del padre e del fratello maggiore che, al momento della tragedia, si trovava in giardino a pulire la sua bicicletta. E inutili i tentativi di rianimarlo dei medici: il cuore del giovane talento delle due ruote ha cessato di battere poco dopo 12,30 al San Luca dove era stato trasferito d’urgenza dall’ambulanza giunta sul posto assieme all’automedica. Rumsas era tesserato per la Altopack Eppela di Franceschi, società di elite under 23 con sede ad Altopascio affiliata con i professionisti della Trek Segafredo. Lascia il padre, Raimondas Rumsas, 45 anni, da professionista vincitore di un giro di Lombardia e terzo al Tour de France del 2002, la madre Edita, 43 anni e i fratelli, Raimondas junior di 23 (anche lui ciclista dilettante) e la sorella di 17 anni.


Linas Rumsasa

Lucca: l’atleta, figlio del professionista Raimondas, è stato stroncato da un malore nella sua abitazione


Il suo migliore amico con cui si allenava spesso e condivideva gioie e dolori è Federico Del Carlo, 22 anni, di Porcari, anche lui ciclista di talento. «Con lui sono morto anch’io» si limita a dire. Poi, in lacrime, lascia che sia il padre Lido, pure lui ciclista negli anni Ottanta, a tracciare un ritratto di Linas: «Un ragazzo splendido, umile, sempre con il sorriso sulle labbra. Per lui c’erano solo il ciclismo e la fidanzata. L’ho visto crescere assieme a mio figlio non possono credere che sia morto così. Una cosa però la voglio dire. Lunedì pomeriggio Linas si è sentito male. Ha parlato con Federico e gli ha detto che ha avuto un mancamento. Ha perduto conoscenza e lo hanno portato al pronto soccorso. Lì è arrivato cosciente ed è stato sottoposto ad una serie di accertamenti. Ma non è emerso nulla di anomalo tanto che è stato rimandato a casa. Ieri mattina si è alzato regolarmente per andare ad effettuare delle analisi sportive. Ogni tre mesi i corridori vengono sottoposti ad accertamenti e lui, sino a quei giorni, non aveva mai avuto problemi di sorta. Eseguiti i test attitudinali e gli esami del caso è rientrato nella villetta dei suoi genitori a Lunata. È lì che si è consumata la tragedia». Sembra che il corridore dopo i prelievi effettuati durante la visita sportiva si sia fermato a mangiare un pezzo di focaccia: stava bene, rideva, scherzava e non accusava alcun disturbo.

 

Fonte: Il Tirreno