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BOLZANO – Citt di Bolzano – Violenza assistita in famiglia. Un convegno dedicato ai minori

La violenza domestica, quella esercitata dietro le mura di casa,
spesso per lunghi anni e quasi sempre contro le donne, ha testimoni
silenziosi, inermi davanti alle violenze psicologiche, economiche,
fisiche esercitate dagli adulti: i bambini. I bambini che vivono in
queste situazioni familiari, pur non subendo magari personalmente
le violenze, sono comunque vittime delle stesse conseguenze causate
dalla violenza diretta: questo il fenomeno che la
letteratura specialistica e la pratica clinica definisce come
violenza assistita. In queste situazioni i bambini, malgrado non
siano nemmeno presenti alle violenze subite da uno dei genitori o
alle loro liti, sentono, vedono e percepiscono “ci” che
accade intorno a loro, colgono le emozioni e le sofferenze che
vivono i genitori; sono spettatori di paure, tensioni, minacce,
segni fisici di violenza che possono subire le persone
adulte.

I traumi causati dalla violenza assistita spesso non sono
immediatamente visibili e rilevabili, i segnali e i sintomi
manifestati dai bambini non sono facili da interpretare, un fattore
importante anche l’et in cui il bambino subisce
questa forma di violenza, e la rilevazione e l’aiuto da parte dei
servizi non mai semplice, per quanto assolutamente
necessario e importante.

Per favorire quindi una conoscenza del fenomeno e dei meccanismi
implicati, la Rete dei servizi contro la violenza alle
donne della citt di Bolzano,
in collaborazione con
la Rip. Politiche Sociali della Provincia Autonoma di
Bolzano
e con la Libera Universit di
Bolzano
, ha organizzato per venerd 26
maggio
un seminario di
approfondimento
sul tema “Violenza
assistita
“.

Il seminario suddiviso in 2 parti: la mattina, con
orario 9-13.00, nell’Aula Magna della Libera
Universit di Bolzano si svolger un convegno aperto
a tutt*, con contributi teorici di carattere
nazionale/internazionale sui seguenti temi: la pedagogista Henrike
Krsmann della Berliner Initiative gegen Gewalt an Frauen,
gi autrice di molte pubblicazioni specialistiche,
parler del fenomeno, degli indicatori per riconoscerlo e
delle sue conseguenze sui minori; Claudio Foti, psicologo,
psicoterapeuta, psicodrammatista , fondatore e direttore
scientifico del Centro Studi Hansel e Gretel Onlus, che ha
elaborato una metodologia formativa originale basata sui principi e
sulla metodologia dell’intelligenza emotiva, esplorer il
mondo e il vissuto del minore, di come la vive e come la esprime;
Rossella Procaccia, psicologa e gi docente in alcune sedi
universitarie di Milano, esaminer il tema dal punto di
vista dei genitori: i ruoli e la compromissione delle competenze
genitoriali, i fattori di rischio e di valutazione dei genitori e
infine Fanny Marchese, assistente sociale specialista presso il
“Servizio Violenza Sessuale e domestica” dell’Ospedale Maggiore
Policlinico di Milano e attiva nel CISMAI (Coordinamento Italiano
dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso All’Infanzia)
analizzer pi dal punto di vista dei professionisti
e degli operatori come reagiscono e quali emozioni esprimono di
fronte alla sofferenza del minore e soprattutto cosa pu
fare per aiutarlo concretamente.

Nel pomeriggio invece, con orario 14-18.00, si
svolgeranno 4 workshop di approfondimento rivolti
in particolare ai servizi della citt di Bolzano che fanno
parte della Rete cittadina; i workshop saranno guidati sia dai
relatori del convegno che da esperti/e territoriali e svilupperanno
le tematiche affrontate nella mattinata da un punto di vista
pi operativo, cercando quindi di evidenziare
potenzialit e criticit nella pratica quotidiana
degli operatori e di ricercare strategie di collaborazione e
integrazione tra servizi e professionalit diverse,
nell’ottica di migliorare la risposta ai bisogni espressi dai/le
minori in situazioni di violenza assistita intrafamiliare.

La giornata sar un’occasione di approfondimento e di
formazione per operatori sociali e sanitari, per insegnanti e altre
istituzioni, servizi e organizzazioni private, per guardare alla
violenza assistita sempre dal punto di vista dei pi
piccoli, con il focus puntando sempre sul minore, e per elaborare
esperienze e metodologie di intervento per venire loro in aiuto,
oltre che per accrescere la consapevolezza dei genitori. Per
superare le errate convinzioni che i bambini non percepiscano, non
capiscano e non subiscano le conseguenze della violenza subita da
un genitore, per non sentire pi frasi, che spesso suonano
come alibi: “mio figlio troppo piccolo per capire e
rendersi conto di ci che sta accadendo”, ” successo
solo qualche volta, mentre i bambini erano in sala a guardare la
tv”, “come si fa a non litigare in certe situazioni, ti
provoca”.