Press ESC to close

[Lucca] lucca – Il candidato al Nobel per la Pace Padre Solalinde ricorda Fratel Arturo Paoli

Lucca –

Il candidato al Nobel per la Pace Padre Solalinde ricorda Fratel Arturo Paoli
E punta il dito sulla solitudine dell’Occidente, che rifiuta di vedere un futuro

I migranti e la solitudine dell’Occidente nella riflessione del candidato Nobel per la Pace Alejandro Solalinde. Grande partecipazione per l’incontro che si è tenuto venerdì 19 maggio alle 18 nell’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca, organizzato dal Fondo Documentazione Arturo Paoli.unnamed (6)

“I migranti sono esclusi dalla loro terra, mentre le nostre terre li disconoscono – ha detto -. Eppure il motivo per cui si muovono è l’organizzazione economica capitalistica che contrappone necessariamente un nord benestante a un sud povero. Ecco che i migranti ci stanno insegnando molte cose: non ci sono buoni e cattivi, perché siamo tutti umani, ma la loro situazione è diversa dalla nostra e stanno dando una grande lezione a tutti, anche alla Chiesa: se la vita nel sud non è garantita con il sistema capitalista e dai mezzi che ci sono, bisogna camminare. Se non hai possibilità di una vita futura, è il momento di uscire e camminare. Come Gesù”.

Padre Alejandro Solalinde, che ha ricordato l’incontro con Fratel Arturo Paoli in Messico, decine di anni fa, ha detto del sacerdote lucchese: “Sento che far Arturo e me c’è qualcosa di comune, e per me è un profeta: il suo messaggio è oggi il mio”.

“Tutti siamo indigenti – ha proseguito entrando nell’analisi del disagio sociale che oggi ci attanaglia, e affrontando anche il mancato riconoscimento delle donne nelle società -. Indigenti esistenziali, non importa se siamo del nord o del sud: dobbiamo tutti andare in bagno, mangiare, bere, riposarci, ripararci dal freddo e dal caldo, tutte e tutti abbiamo bisogno degli altri, e soprattutto di Dio. I migranti ci ricordano questa esigenza profonda della nostra esistenza, che il capitalismo ci ha fatto perdere, facendoci dipendere dal materiale e generando dipendenze, vuoti e solitudine. Oggi molti possono avere una condizione economica privilegiata, ma sentirsi molto soli. E il maggior indice dei suicidi nel mondo si registra nei Paesi con pochi problemi economici. È inspiegabile che tanta gente si senta sola con tanti esseri umani che esistono. I migranti ci ricordano che siamo pellegrini, e sono un segno dei tempi”.

Padre Solalinde, una vita sotto scorta, è stato minacciato a più riprese per aver denunciato i crimini contro i migranti in Messico, dove sta contrastando, con le sue denunce, gli affari dei “trafficanti di uomini”. La sua attività di denuncia gli ha valso la candidatura al Nobel. “I Narcos mi vogliono morto” è il titolo del libro che racconta la sua vita, con la prefazione di Luigi Ciotti (Editrice missionaria italiana).

–

Fonte Verde Azzurro