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[REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA] Salute: Telesca, orgoglio per formazione sanitari pakistani


Udine, 22 maggio – L’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, ha partecipato all’odierna cerimonia di consegna dei diplomi di perfezionamento, nell’ospedale Santa Maria della Misericordia a Udine, assegnati ai sanitari provenienti dal Pakistan e impegnati nel trattamento di donne sfregiate con l’acido, grazie al training in chirurgia plastica ricostruttiva promosso dall’associazione Smileagain FVG.

Il percorso formativo dedicato a tre medici (Muhammad Naveed Shahzad, Muhammad Bilal Saeed, Mirza Arif Baig) e a quattro infermiere (Zakia Mahmood, Amna Rahim, Khursheed Bibi e Shahzana Majeed) si è sviluppato nelle sedi ospedaliere di Udine e Cividale ed è stato reso possibile grazie a un accordo tra l’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine (AsuiUd), la onlus e l’Università di Udine. Un progetto che ha visto impegnati, oltre alle direzioni Infermieristica e Medica, molti professionisti fra i quali Piercamillo Parodi per la Chirurgia Plastica, Massimo Robiony per la Chirurgia Maxillo Facciale, Nicola Collini per la Chirurgia della mano.

Telesca ha espresso grande soddisfazione “per una struttura, presente sul nostro territorio, che ha formato il personale medico e infermieristico in grado di aiutare le donne acidificate in Pakistan. Questo è motivo di grande orgoglio. L’ospedale di Udine – ha aggiunto – è in grado di sostenere iniziative di tale importanza grazie alla capacità di realizzare significativi percorsi formativi in quanto ospedale di insegnamento accreditato a livello internazionale ed ha una assistenza sanitaria che funziona bene”.

L’assessore ha ringraziato anche l’associazione Smileagain FVG sostenuta dalla Regione, precisando che “il sostegno si traduce non solo in contributi economici ma soprattutto nell’offrire la possibilità di usufruire delle nostre strutture, delle professionalità e delle competenze che permettono, poi, di ottenere risultati su molteplici aspetti da quello sanitario a quello socio-culturale”.

Per Telesca, il cambiamento culturale per il superamento di queste violenze alle donne ha bisogno di atti, di iniziative concrete, di cooperazione fra Paesi diversi e di professionalità. “Il modo migliore per affrontare le problematiche è proprio quello di creare le condizioni in loco – ha osservato – così come sta facendo l’associazione, con l’obiettivo di non sradicare dal contesto sociale le giovani donne sfregiate con sostanze acide corrosive e per facilitarne il reinserimento”.

Il percorso formativo, come ha illustrato il presidente di Smileagain FVG Giuseppe Losasso, rientra in un progetto più ampio, seguito dalla onlus in collaborazione con il ministero degli Esteri italiano e del Pakistan, che riguarda la realizzazione di un grande Centro Ustioni in via di completamento a Multan (capoluogo della regione più povera e popolosa del Pakistan, il Panjab) ed ha lo scopo di preparare il personale che vi andrà a lavorare per offrire concrete possibilità di recupero funzionale ed estetico alle donne vittime di acidificazione, crimine ancora molto diffuso in quelle zone. Grazie all’accordo tra i ministeri dei due Paesi, il titolo di perfezionamento sarà riconosciuto anche in Pakistan.

Dal 2003 l’associazione, come ha informato Losasso, mette a disposizione presidi sanitari, medico-chirurgici e personale specializzato per operare le vittime.

“Il progetto – ha aggiunto Losasso – rappresenta la collaborazione fra due Paesi che convergono le loro forze in un progetto umanitario” e ha ricordato la battaglia culturale a cui contribuisce anche l’associazione, con la promulgazione, nel 2011, della legge del governo pakistano che punisce gli acidificatori con pene che vanno dai 7 anni fino all’ergastolo.

Ha introdotto la cerimonia il direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria integrata, Mauro Delendi, spiegando il significato e l’importanza del percorso attuato attraverso la collaborazione di diversi soggetti; iter che ha contribuito alla crescita culturale e professionale di sanitari impegnati quotidianamente nell’affrontare un problema che vede ogni anno in Pakistan centinaia di donne vittime dell’acido.

Presenti all’evento anche il delegato del rettore dell’Università degli studi di Udine, Renata Codiglia, che ha parlato di acidificazione come atto lesivo della dignità delle vittime. “È una forma di discriminazione profonda che tende a cancellare l’identità di una persona, che uccide l’individuo nella sua essenza, è la morte civile ed ha conseguenze fisiche, sociali e psicologiche. L’intervento medico – ha concluso – è la prima azione necessaria a cui devono seguire altri obiettivi di carattere sociale, culturale e di supporto psicologico”. ARC/LP/fc

Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia