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Firenze Giachi: «Comune utilizza tutti gli strumenti consentiti per un'organizzazione dei servizi economica, sostenibile e che possa reggersi nel tempo»

«L’amministrazione sta utilizzando tutti gli strumenti che la legge consente per far fronte ad un’organizzazione dei servizi che sia economica e sostenibile e possa reggersi nel tempo». Lo ha detto la vicesindaca e assessora all’educazione Cristina Giachi rispondendo ad un question time in consiglio comunale sullo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori degli asili nido e delle scuola dell’infanzia comunali.

«Ricorrere agli appalti – ha aggiunto – non significa smantellare il servizio pubblico ma, piuttosto, prendersene cura in modo da poterlo sostenere facendosi carico di quelle funzioni di organizzazione e controllo che lo contraddistinguono. Un servizio è pubblico non se lo eroga un dipendente pubblico ma se è controllato, amministrato e vigilato da un ente pubblico, come lo sono i servizi educativi dell’amministrazione comunale».

«Qui abbiamo un sistema integrato da tempo immemorabile – ha ricordato la vicesindaca – e questo Comune appalta ormai da 15 anni, da ultimo per fare fronte al blocco del turn over. La gestione indiretta, peraltro, offre una flessibilità organizzativa che presenta elementi oggettivi di qualità: nei prossimi anni avremo meno bisogno di scuola dell’infanzia, viste le leve dei nati, da qui la necessità, per un Comune lungimirante che spende con oculatezza le risorse pubbliche, di dotarsi di strumenti amministrativi flessibili che possano consentire di estendere o restringere il servizio a seconda del fabbisogno. In altre parole teniamo insieme tutti gli strumenti che ci offre la normativa senza preclusioni né preconcetti ideologici».

«Le condizioni di lavoro differenti – ha precisato – non sono da imputare al Comune quanto a chi le ha stabilite: c’è già un differenza tra gli insegnanti della scuola statale e quella comunale ma nessuno, in questo caso, grida allo scandalo. Laddove, invece, c’è una differenza ulteriore con i lavoratori delle cooperative si invoca addirittura la direttiva comunitaria. Condizioni differenti non significa che siano inadeguate: si lavori piuttosto per ottenere condizioni uguali a parità di lavoro. Ma questo compito spetta ai soggetti depositari delle politiche del lavoro, a coloro che sottoscrivono i contratti collettivi, non al Comune. E non si risolvono i temi della buona occupazione facendo assumere dall’ente pubblico i lavoratori delle cooperative. Debbono essere adeguate le condizioni di lavoro di tutti i lavoratori.

«Fa infine sorridere – ha concluso la vicesindaca Giachi – uno sciopero proprio nell’anno nel quale assumiamo di più: 20 assunzioni, con molti passaggi da part time a full time». (fn) 

Fonte: Comune di Firenze