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LIVORNO Primo Piano – Dalla borsa lavoro al posto fisso

Livorno –


Servizi Sociali

Dalla borsa lavoro al posto fisso

Dhimgjini:”Queste esperienze positive sono la dimostrazione pratica che i percorsi di inserimento lavorativo funzionano”

Livorno 11 agosto 2016 – In questi primi mesi del 2017 sono già 3 le persone che partendo da una borsa lavoro pubblica, attivata dal Comune nelle RSA per anziani cittadine, hanno visto lo sbocco positivo del posto fisso con la loro assunzione da parte della Cooperativa Sociale Di Vittorio.

”Queste esperienze – commenta l’assessore al sociale Ina Dhimgjini -, concluse in modo positivo per le interessate, sono la dimostrazione pratica che i percorsi di inserimento lavorativo funzionano. Ma il merito principale va a queste persone che hanno sfruttato benissimo un’occasione preziosa, fornita dai Servizi Sociali, dimostrando il loro impegno e la loro professionalità, tanto da spingere la cooperativa sociale ad assumerle. Per il 2017 abbiamo confermato lo stanziamento di 92 mila euro per le borse lavoro, che testimoniano il nostro impegno in questo campo. Un’Amministrazione realmente vicina alle persone deve essere anche in grado di mettere in campo politiche e azioni concrete di contrasto alla crisi occupazionale, che il nostro territorio sta purtroppo vivendo in questi anni”.

Nel 2016 le borse lavoro attivate sono state in totale 112: 5 indirizzate ai minori, 71 agli adulti, 10 Caritas, 15 Sprar e 11 Uepe.
Alla conclusione di questi percorsi, alcuni hanno avuto altri positivi sbocchi lavorativi:
5 tirocini avviati con il Progetto Garanzia Giovani della Regione Toscana;
7 assunzioni a tempo determinato in aziende ospitanti;
2 assunzioni tempo indeterminato.

Cosa sono le borse lavoro e come funzionano

Si tratta di interventi economici di sostegno all’inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro.  Alle persone che aderiscono ai vari progetti viene richiesto un impegno lavorativo di 20 ore settimanali in cambio di un rimborso di 300 euro mensili.
Questo servizio è destinato ai residenti nella Zona del distretto Livornese, che abbiano tra i 18 e i 55 anni. Il settore sociale ne cura il percorso di ingresso e di valutazione individuale.
Non sono ammessi alle borse coloro che in passato hanno rifiutato offerte di lavoro, cessato volontariamente l’attività lavorativa, o che più genericamente hanno tenuto comportamenti inadeguati o non rispettato gli impegni assunti.
Le aziende che ospitano i borsisti, sottoscrivono con l’Amministrazione una Convenzione con cui si impegnano a collaborare con i servizi Sociali nel progetto condiviso e contribuiscono con un proprio finanziamento. In particolare il Comune ha stipulato convenzioni con Caritas,  UEPE (programma per chi ha commesso reati minori)  e SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati).
Le borse lavoro sono attive fin dal 1999 (il Comune di Livorno le gestisce per l’intera area zonale livornese) e ogni anno viene approvato un apposito capitolo in bilancio per il sostegno di questi progetti. Inoltre un tutor comunale, in collaborazione con il Centro per l’Impiego, segue il progetto e il possibile percorso di uscita dal bisogno lavorativo del borsista.

Stages formativi per adolescenti (borse lavoro minori)

Si tratta di un servizio specifico per gli adolescenti che risultano a rischio di emarginazione o di comportamenti devianti, a cui viene data l’opportunità di svolgere un’esperienza formativa protetta all’interno di un contesto lavorativo, con il sostegno e la supervisione di un tutor. Si rivolge a giovani con età compresa tra i 16 e i 18 anni che hanno interrotto la frequenza scolastica e che quindi sono a rischio di marginalità sociale.
Queste borse hanno una doppia finalità: far acquisire ai ragazzi competenze tecnico-pratiche per favorire il loro inserimento lavorativo ed educarli al rispetto degli orari e dell’impegno lavorativo. In questo caso la borsa lavoro prevede un massimo di 20 ore settimanali di lavoro, un rimborso spese di 200 euro mensili e una durata di 6 mesi.
I giovani possono accedere tramite un progetto presentato dal Servizio Sociale territoriale a un’ apposita commissione che valuterà in base alla situazione socio familiare del minore e alle risorse disponibili.
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