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[ALTOPASCIO] Viene disturbato e il Rolex sparisce

ALTOPASCIO. Assalito e derubato del Rolex all’interno del proprio locale. Non voleva credere ai suoi occhi quando ha guardato il polso sinistro per sapere che ora era e invece dell’orologio non ha trovato niente. Rabbia e frustrazione per essere stato raggirato in una maniera piuttosto infantile, sono questi i sentimenti che animano un noto ristoratore di Altopascio, che non si dà pace per l’episodio che lo ha visto purtroppo protagonista mattinata ieri, attorno alle 10.30. Mentre, come ogni martedì, si apprestava a scaricare dalla sua macchina merce per il ristorante, è stato avvicinato da una ragazza ventenne, dal chiaro accento straniero, probabilmente dell’est ma in grado di parlare in italiano e vestita con abiti firmati, che gli ha chiesto se avesse da accendere.

Il ristoratore le ha detto di non avere con sé soldi e preziosi, forse accorgendosi delle intenzioni malevole della giovane la quale non si è persa per niente d’animo, e si è data invece da fare per aiutarlo nello scaricare la merce. Questi, esasperato, ha allontanato la donna che, negli attimi in cui veniva strattonata verso l’uscita, abilmente è riuscita nell’intento di sfilargli dal polso l’orologio in acciaio, dal valore di 3mila euro. Una volta cacciata la molestatrice, l’uomo, dirigendosi nuovamente verso le cucine, ha rivolto in maniera istintiva lo sguardo in cerca del Rolex per verificare l’ora, e solo in quel momento, allarmato, si è accorto del furto.

«Ho parlato anche con il vicesindaco Toci, la zona qui non è sicura, le telecamere che ci sono non funzionano – racconta – la ragazza mi stava aspettando sulle scale. Deve essere stata pilotata da qualcuno che conosce le mia abitudini: solo il martedì scarico la merce al ristorante. La sera poi c’è da avere

paura: lascio la macchina in piazzale Moro e quando esco, con una delle mie collaboratrici, non mi sento al sicuro. C’è un problema di sicurezza: il prossimo anno voglio fare il permesso per parcheggiare in centro. Per provare a stare un po’ più sicuro».

Marco Tirinnanzi

Fonte: Il Tirreno