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[ALTOPASCIO] Crisi e servizi online chiudono le banche In dieci anni persi 47 sportelli sul territorio


LUCCA. Da un lato c’è la crisi economica mondiale, dall’altro ci sono i servizi online che stanno rivoluzionando anche questo settore. C’è poi un terzo fattore, quello del cosiddetto “risiko bancario”: ha fatto sì che molte banche locali venissero acquisite da gruppi più grandi con il conseguente accentramento dei centri decisionali nel nord Italia e l’impoverimento dei piccoli paesi.

Sono questi i fattori che hanno portato il territorio di Lucca ad avere ben 47 sportelli in meno nei Comuni di Piana e Valle. In tutta la provincia il saldo negativo è ancora più ampio: nell’agosto del 2008, anno in cui in America ha preso avvio la crisi dei mutui subprime, le succursali delle banche erano 270 mentre oggi sono appena 210.

I dati della tabella riportata qui a fianco raccontano meglio di tante parole ciò che è avvenuto in questo lasso di tempo. Il Comune di Lucca ha perso ben 20 sportelli bancari (da 77 a 57), in media due l’anno. Seguono Capannori con -8 (da 29 a 21) e Altopascio con -4 (da 10 a 6). Negli altri Comuni si va da meno -3 a 0, con qualche felice eccezione: è il caso di Porcari, che in questo decennio ha visto aumentare da 4 a 6 il numero di filiali presenti sul territorio comunale. In generale, però, la tendenza è quella di chiudere le succursali e per alcuni piccoli Comuni della provincia questo ha significato non avere più una banca in paese. È il caso di Castiglione di Garfagnana, San Romano, Sillano e Villa Collemandina. Si tratta di piccoli centri della Garfagnana che non superano i 1.800 abitanti e prive di un tessuto imprenditoriale. Per le banche non sono location remunerative da nessun punto di vista e così la decisione è stata quella di chiudere gli sportelli che questi Comuni avevano ancora nel 2008.

Sono diversi i fattori che hanno spinto le banche a ridurre la loro presenza sui territori. Il più importante è legato alla congiuntura economica sfavorevole iniziata nel 2008. Gli anni che hanno fatto segnare il maggior numero di chiusure sono proprio quelli a ridosso di quello tsunami economico: nel 2008 in provincia hanno chiuso 29 sportelli, nel 2009 33, nel 2011 addirittura 72 e nel 2012 24. La riduzione complessiva degli affari ha duramente colpito il sistema bancario e ha portato piani da lacrime e sangue per alcuni marchi storici del credito italiano. In questi anni si è scatenato anche il cosiddetto risiko bancario: i gruppi più grandi hanno acquisito le banche territoriali. È successo anche a Lucca: la Cassa di risparmio di Lucca, autentica istituzione cittadina, è entrata a far parte del gruppo Bpm, che oggi è quello con il maggior numero di sportelli in città (48 contro i 63 che nel 2008 vantava la Cr di Lucca). Stesso discorso per la Banca del Monte di Lucca, entrata nell’orbita

Carige, mentre la Cassa di risparmio Pistoia e Lucchesia oggi fa parte della galassia di Banca Intesa. A seguito di queste acquisizioni, anche per evitare “doppioni” molte banche hanno avviato un piano di razionalizzazione che ha portato alle chiusure di cui abbiamo detto. —

 

Fonte: Il Tirreno