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PORCARI I sindacati portano Sofidel in tribunale: «Ostacola il comitato aziendale europeo» – Cronaca

Porcari (LUCCA) –


LUCCA. I sindacati portano Sofidel in tribunale. Domani, 7 febbraio, è in calendario davanti al giudice del tribunale del lavoro di Lucca la prima udienza dibattimentale della causa intentata da Slc Cgil, Fistel Cisl con associato Unieuropa, sindacato europeo, contro la multinazionale del tissue che ha sede a Porcari. “Attività antisindacale per via ordinaria” è il reato contestato a Sofidel, che, secondo la ricostruzione degli esponenti sindacali, avrebbe ostacolato la formazione di un comitato aziendale europeo in seno al gruppo: si tratta di un organismo composto da rappresentanti sindacali di ogni nazione europea dove il gruppo ha stabilimenti, oltre a un manager del gruppo e al coordinatore nazionale dei comitati aziendali europei. Un organismo senza potere contrattuale di fatto, ma importante per conoscere le strategie di gruppo.


«Sofidel ha stabilimenti in undici paesi europei oltre che negli Stati Uniti – spiega Pier Verderio, coordinatore nazionale dei Cae -. I lavoratori hanno diritto a istituire un comitato aziendale europeo per scopi di informazione e consultazione, per discutere almeno una volta l’anno con la casa madre sulle strategie di gruppo. In base alla legge vigente, i Cae sono finanziati dalle rispettive multinazionali. Nel settore cartario, ci sono almeno sei-sette multinazionali che hanno costituito i Cae, come Sca, Smurfit, nel 2014 ha dato il via alla sua costituzione anche Lucart, poi Wepa. A Sofidel, secondo gruppo europeo del settore per fatturato, abbiamo chiesto quattro anni fa di costituire un Cae. Formalmente l’azienda ha dato il suo assenso, ma a due condizioni: che gli incontri si svolgano in videoconferenza e in un’unica lingua, l’inglese. Ma tra i delegati, solo gli inglesi sono in grado di parlarlo.


La condizione della videoconferenza è stata posta con la premessa che Sofidel si adopera per tutelare l’ambiente, per questo cerca di limitare l’uso dell’areo e quindi di ridurre le emissioni di anidride carbonica. Una posizione che ritengo risibile. Di fronte a questa situazione abbiamo deciso di ricorrere al giudice del lavoro».«Useremo tutte le strade per raggiungere il nostro obiettivo – aggiunge Verderio -. Vediamo come va giovedì e poi decidiamo. Certamente faremo pressioni anche con Confidustria Toscana Nord. La nostra causa a Sofidel è la prima nel suo genere in Italia, probabilmente anche in Europa». «Abbiamo la legge dalla nostra parte», gli fa eco Nicolà Kostantinou, capo dipartimento settore grafico a livello internazionale di Unieuropa.Ma dietro alla questione in sé del Cae, i sindacalisti su scala locale ravvisano altri elementi di preoccupazione. «Sofidel è in una fase di grandissima crescita – dice Federico Fontanini, segretario provinciale Fistel Cisl -, dotata di grande capacità imprenditoriale. Non ama molto le relazioni sindacali, ma la trattativa aziendale prosegue».


«Abbiamo creduto nella creazione di una comunità sindacale tra i quattro stabilimenti che Sofidel ha nella Piana – interviene il segretario della Slc Cgil Simone Tesi -. Ma l’atteggiamento dell’azienda è riluttante: preferirebbe mantenere divise le singole realtà. il Cae per noi è fondamentale, anche per guardare alla nuova realtà che sta sorgendo in America. Vogliamo capire quali ripercussioni avranno gli stabilimenti delle altre nazioni su quelli italiani».Massimiliano Bindocci, sindacalista Uilcom Uil, parla in toni allarmistici: «In Sofidel esiste il rischio della delocalizzazione della produzione. Negli ultimi tempi il calo di volumi produttivi nelle aziende locali ha ridotto straordinari e stipendi». «Per entrare sul mercato americano e prima di dare vita a nuovi stabilimenti negli Usa – aggiunge Verderio – gli stabilimenti della Piana di Sofidel

hanno prodotto volumi doppi, merce da inviare negli Stati Uniti. Adesso che il gruppo ha un suo stabilemento là, come andrà la produzione qui?».Per la causa che si discute domani nel tribunale di Lucca, Cisl Cgil e Unieuropa sono assistiti dall’avvocato Alberto Guariso del Foro di Milano.

Fonte: Il Tirreno