Il dolore dei familiari: aveva affrontato la malattia con dignità . Nel 2005 altra tragedia: il marito venne investito da un’auto
PORCARI. Si terranno lunedì 4 marzo alle 15, nella chiesa di Rughi, i funerali di Giuliana Petrini, la 79enne morta il 24 febbraio a seguito delle complicazioni dovute a un intervento di routine mal eseguito – secondo i familiari – da un medico dell’ospedale San Luca. Una vicenda dolorosa che ha spinto i figli della donna a rivolgersi a un avvocato e a presentare un esposto in procura: l’ufficio requirente ha aperto un fascicolo e iscritto nel registro degli indagati il medico ospedaliero che si è occupato dell’intervento. Per lui l’ipotesi di reato è omicidio colposo.. Dopo l’esame autoptico eseguito nel tardo pomeriggio di giovedì dal medico legale Ilaria Marradi, consulente del pubblico ministero (prelievo di cuore e polmoni che verranno esaminati a breve), la salma della donna è stata liberata dal magistrato e restituita alla famiglia per l’organizzazione delle esequie. La signora Giuliana dal 2006 lottava contro un mieloma ma non aveva mai perso la speranza, nonostante la vita le avesse già mostrato lafaccia cattiva. Nel 2005, infatti, Giuliana era rimasta vedova del marito Antonio, morto in un tragico incidente su viale Europa ad Altopascio. L’uomo, un noto commericante di frutta e verdura all’ingrosso, venne investito mentre stava attraversando la strada per andare a fare colazione. Venne falciato da un 32nne di Pistoia al volante di una Lancia con un tasso alcolemico di 1,29% (contro lo 0,5% consentito dalla legge). Antonio Ramacciotti aveva appena 66 anni.
A seguito di quella tragedia Giuliana si era stretta sempre di più attorno ai figli Rosita e Nello e ai due nipotini. «La famiglia era il suo hobby. Mia madre aveva affrontato la sua malattia con grande dignità e quanto accaduto ci riempie di dolore», queste le parole della figlia Rosita, che vive a Viareggio mentre il fratello Nello abita a Pescia. I familiari della vittima si sono affidati a un legale di Siena.
La pensionata di Porcari da tempo era affetta da una forma di mieloma, una neoplasia del sistema plasmacellulare, ed era costretta a dialisi per insufficienza renale. Il suo stato di salute era abbastanza compromesso vista la problematica oncologica in fase terminale, ma per i familiari della donna deceduta, l’intervento a cui si era sottoposta non era delicato a tal punto di compromettere la vita. Martedì 19 febbraio la donna viene ricoverata in ambulanza all’ospedale San Luca per sottoporsi all’intervento ritenuto di routine. I sanitari le dicono che le sarebbe stata inserita, in altra parte del corpo, la cannula provvisoria femorale attraverso un’operazione denominata «cateterismo venoso per dialisi femorale». Qualcosa però non va per il verso giusto. Nell’effettuare l’intervento il medico incaricato di inserire la sonda per i parenti avrebbe commesso un errore. Che, stando all’esposto dei familiari dell’anziana, avrebbe provocato la perforazione all’atrio destro del cuore. —
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Fonte: Il Tirreno