Già si sapeva che con l’aumento di 1 punto percentuale sull’Iva, passata dal 20% al 21%, con l’approvazione dell’ ultima manovra varata quest’estate, ci sarebbero state delle ripercussioni sulla spesa delle famiglie. Per fortuna, dai dati emerge che l’aumento sarà meno pesante di quanto prospettato.
Lo rivela un’indagine della CGIA di Mestre (associazione artigiani e piccole imprese).
 Lo studio è stato fatto prendendo come campione una famiglia di 3 persone, e ne è stata valutata la spesa annua, calcolando solo l’iva con aliquota del 21%, le altre aliquote, quella del 4% e quella del 10%, non sono state prese in considerazione, perchè non hanno subito aumenti.
Sintetizzando si può dire che, per quanto riguarda la sanità , l’istruzione, l’abitazione, oppure gli alimentari e le bevande, insomma, tutto ciò che rientra nei beni di prima necessità , non ci saranno aumenti, perchè sono soggetti ad aliquote Iva del 10% e del 4%.
Gli aumenti ci saranno per i trasporti, e quindi per benzina, gasolio, tariffe di biglietti per i treni e per gli autobus, aumentando la spesa annuale di quasi 100 euro a famiglia (per l’esattezza saranno 92 euro quelli che ci peseranno addosso).
Grazie a questi aumenti è stato stimato che lo Stato riuscirà a recuperare 700 milioni di euro solo in questo anno già in corso, in seguito, dal 2012 in poi, si prevede di arrivare a più di 4,2 miliardi di euro.
Questi aumenti sono nati con la necessità , e l’urgenza, imposte dall’anticipo del pareggio di bilancio, così come promesso alla Bce, che, altrimenti, potrebbe smettere di aiutarci. La Bce stà infatti continuando ad acquistare titoli, immettendo, di conseguenza, liquidità nel nostro Paese, tenendo lontani gli speculatori.