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Altopascio, riprende il fenomeno dell’emigrazione, il lavoro non c’è

povertàUn poeta scriveva che il fiore con le spine che profuma puoi chiamarlo con la classificazione botanica di Linneo o con il semplice ROSA ma il suo delicato aroma rimane, a prescindere dal nome. Chiamatela crisi o recessione o come volete, ma le famiglie stanno tirando la cinghia, il lavoro manca, le prospettive sono incerte, manca l’orizzonte di fronte a noi. Le previsioni economiche sono basate su modelli, poi c’è la ripresa che ci vogliono far credere i politici che ovviamente vivono di promesse, senza mai mantenerle, of course. Altopascio non sfugge alla realtà, i negozi chiudono, le attività industriali di grosso lignaggio sono sparite da tempo, le altre si barcamenano, nessuno assume, tutti ridimensionano, persino la grande distribuzione. La perdita e la mancanza di occupazione stabile è davvero la piaga di questo inizio di terzo millennio. Altopascio vantava una conurbazione industriale che costituiva un polo notevole di impiego per centinaia di addetti: Cover, Giusti, Mancioli, Onduline, Fonderia sono solo alcune delle grandi imprese che adesso sono solo storia, al massimo archeologia con le vecchie strutture arrugginite dal tempo che ancora sono in piedi e che, come purtroppo si è già verificato, rimangono la location preferita dagli organizzatori estemporanei di rave party. Si salva il pane? Il simbolo della cittadina del Tau, ora anche all’Expo che in queste ore a Milano sta aprendo i battenti? Manco per sogno. Se consideriamo le ristrutturazioni e i cambiamenti, le alienazioni delle imprese panificatorie anche qui la concorrenza e i mercati hanno costretto a rivedere i tempi di vacche grasse. Adesso sono anoressiche… E la politica cosa fa? Aspetta e spera, senza interventi concreti. A Altopascio si guarda molto al decoro urbano di via Cavour e dintorni, peccato che nella zona dell’oasi del Sibilla, nella vecchia area industriale appunto, vi sia un Mondo di degrado assoluto, ma di bonifica e di riqualificazione non si parla. Mancano i soldi? E’ colpa del Patto di Stabilità. L’alibi c’è, pure il morto però, come nei libri gialli, e si chiama Altopascio. Luca Martinelli, giovane imprenditore, titolare della trattoria omonima di piazza Tripoli, ha scelto. Se ne andrà negli Stati Uniti. La prossima generazione di altopascese seguirà le orme di quelli degli anni ’50 che si costruirono un futuro lontano dall’Italia e da Altopascio. La popolazione calerà, dopo due decenni di crescita dovuta all’arrivo di molti stranieri.