Porcari (LUCCA) –
CAPANNORI. Nuove crepe nei selciati e sui muri delle abitazioni. Sono bastate poche giornate di pioggia intensa nei giorni scorsi per far scattare un nuovo allarme subsidenza a Capannori e Porcari, un fenomeno che residenti e comitati attribuiscono in particolare all’eccesso di prelievi dalla falda acquifera. E un fenomeno che conosce molto bene Liano Picchi, che della commissione comunale sul problema fu coordinatore: «Dopo le ultime piogge abbondanti si sono aperte preoccupanti voragini nei terreni della Piana, e nuove crepe nei selciati e nelle abitazioni, con un potenziale problema di stabilità se il fenomeno si verifica diverse volte nello stesso punto».
Crepe che sarebbero conseguenza del rapido scorrere dell’acqua, a colmare il vuoto creatosi nella falda nel lungo periodo di siccità invernale. «Ma soprattutto – dice Picchi – le crepe sono la conseguenza di ritardi e negligenze di tecnici e politici insensibili alla gravità del fenomeno e sordi alle richieste di intervento. Che ne è rimasto del famoso accordo di programma sulla subsidenza? Un anno fa la Regione si è impegnata ad approvare un accordo nuovo e definitivo entro 90 giorni. Ma ancora non si è fatta sentire». Un accordo che prevedeva di portare nella Piana acqua aggiuntiva dal fiume Serchio, in modo da ridurre i prelievi dalla falda senza mettere in crisi cartiere e agricoltura. L’intesa del 2008 prevedeva interventi alla rete fognaria della Piana e al depuratore di Casa del Lupo, oltre al cosiddetto “tubone 2”, pensato appunto per ridurre i prelievi.
Ma quell’accordo sembra fermo, così come l’ammodernamento del depuratore, mentre, spiega Picchi, «Il tubone funziona a singhiozzo, e porta quantità di acqua che gli industriali definiscono irrisorie rispetto alle necessità , nonostante l’enorme sperpero di denaro pubblico per realizzare il collegamento. Le reti delle fognature sono poi insufficienti allo stato attuale e sarebbe logico attendersi che parte degli utili che Acque consegue, vendendo l’acqua prelevata nel nostro territorio ad altre province, venissero almeno utilizzati per adeguare le reti e permettere alle aziende locali di allacciarsi. Nel frattempo le vasche di depurazione usurate dal tempo e dalla subsidenza sono tenute insieme dall’applicazione
precaria di una cintura metallica. Vogliamo aspettarne la rottura?».
Anche il sindaco di Capannori Menesini la scorsa estate ha sollecitato la Regione a mettere in pratica l’accordo. In ballo ci sono 40 milioni, già finanziati ma non ancora utilizzati.
Nicola Nucci
Fonte: Il Tirreno