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ALTOPASCIO Binario doppio tra Lucca e Pescia: ipotesi fine 2017 per il via ai lavori


LUCCA. Il “raddoppio dimezzato”; un ossimoro, un paradosso matematico, ma che descrive bene l’evolversi (o l’involversi a seconda dei punti di vista) del progetto di potenziamento della Maria Antonia, ossia della linea ferroviaria che collega Firenze a Lucca. Progetto che ha trovato un ostacolo nella città di Montecatini, dove si fermerà il primo lotto dell’opera, già avviato da tempo, ossia il raddoppio tra Pistoia e la città termale. Qui problemi tecnici oggettivi (la forte densità immobiliare a ridosso dell’unico binario), nonché nella località termale un’opposizione generalizzata al raddoppio della ferrovia “a raso” (accusata di dividere in due la città), ha portato Rfi a rivedere il progetto, e a cambiare i tempi e le modalità del secondo lotto, quello che avrebbe dovuto portare al raddoppio ferroviario anche del tratto tra Montecatini e Lucca (e quindi dell’intera tratta fino a Firenze).


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Già adesso il passaggio a livello rappresenta il punto più critico della viabilità


E, per farla breve, il progetto rivisto prevede di escludere temporaneamente dal raddoppio (poi quanto sarà lungo questo “temporaneamente” lo vedremo forse in futuro) il tratto tra Montecatini e Pescia, procedendo con i lavori solo dall’ultima stazione della provincia di Pistoia (Pescia appunto) e Lucca. Un raddoppio dimezzato appunto, ma, almeno per il tratto che verrà portato a due binari l’intenzione è quella di partire subito. Quando? Nella riunione di giovedì a Firenze non sono state date indicazioni temporali per il via ai cantieri. C’è un iter da seguire e le variabili diventano troppe per poter indicare una scadenza precisa.


«Probabilmente i lavori partiranno tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2018 – prova a sbilanciarsi il presidente della Provincia di Lucca Luca Menesini – se attualmente questa parte dell’opera era in una fase di stallo (teoricamente si sarebbe dovuti partire un anno fa) viene ridato il via al processo. Adesso c’è una serie di passaggi di cui tener conto, portare avanti la progettazione preliminare, fare la progettazione definitiva, poi la valutazione ambientale, quindi la gara d’appalto. Si tratta di un processo che richiederà un po’ di mesi, e non credo che si arriverà a partire prima della fine del 2017».


Legato al raddoppio Menesini, stavolta nella veste di sindaco di Capannori, si trova ad affrontare anche un’altra questione, ossia quella della progettazione della nuova viabilità collegata alla chiusura dei passaggi a livello sul suo territorio. Una progettazione che comprende tre sottopassi e nuovi tratti di collegamento, e che ha sollevato anche forti contrarietà tra i residenti, per l’impatto che potrebbe avere. Comunque l’iter, in questo caso, non dovrebbe subire accelerazioni: «Andiamo avanti secondo la tabella di marcia prevista, con lo studio sui flussi di traffico, il confronto con i cittadini, per chiudere il processo avviato con Rfi e portare poi la questione in consiglio comunale».


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Il sindaco di Montecarlo commenta i (pesanti) dati diffusi da Legambiente sull’inquinamento dell’aria e chiede di dare la priorità alla ricerca di una soluzione


Passando a un giudizio più generale sul progetto rivisto però Menesini non fa nulla per nascondere la sua delusione per le modifiche apportate: «Partiamo dagli aspetti positivi. Per me, intanto, è un bene che si vada avanti. A tutti noi interessa avere una rete qualificata. A detta di Rete Ferroviaria c’è un miglioramento significativo, in termini di sicurezza e tempistica, e finché si migliora va tutto bene. Ma il nodo è un altro, quello che emergerà una volta finito questo secondo lotto è che si sarà migliorato l’esistente, ma non si potrà andare più in là. Viaggeranno meglio e più veloci i treni che già ci sono, ma senza le potenzialità che offrirebbe il doppio binario per tutta la sua interezza, come creare la cosiddetta “metropolitana di superficie”, o potenziare il trasporto merci su rotaia. Un aspetto importante, anche alla luce del rapporto di Legambiente sull’inquinamento atmosferico del nostro territorio».


Una visione e una dimensione futura, insomma, che in questo progetto manca. Ma forse è solo questione di tempo: «Alla fine, vista la posizione centrale del binario unico – chiude Menesini – credo che il raddoppio sarà inevitabile anche per quel tratto. Poi che lo si chiami terzo lotto dell’opera, o seconda parte del secondo lotto, conta poco».

Fonte: Il Tirreno