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[REGIONE LIGURIA] I lavori del Consiglio regionale di martedì 28 febbraio – pomeriggio

n.40

Dibattito sulla pdl 41 sul reddito di cittadinanza

Nel pomeriggio è proseguito il dibattito sulla proposta di legge 41 “Disposizioni regionali sul reddito di cittadinanza” presentata da  Alice Salvatore (Movimento5Stelle)  e sottoscritta da tutto il gruppo.

Gianni Pastorino (Rete a Sinistra), dopo aver tracciato un quadro del disagio sociale attuale e delle difficoltà legate al mondo del lavoro che ha visto un progressivo peggioramento della situazione in tutti i paesi, e in Italia in particolare,  ha spiegato che strumenti come quelli previsti con la proposta di legge in discussione sono ormai divenuti indispensabili. La questione, a suo avviso,  non  può essere affrontata soltanto a livello nazionale e ha precisato che nella proposta ci sono elementi positivi: «Non c’è connessione tra questo intervento e assistenzialismo: si va verso interventi che mirano ad innestare politiche attive del lavoro. C’è un giusto mix – ha aggiunto – tra formazione e rapporti con aziende». Il consigliere ha, tuttavia, espresso perplessità rispetto alle risorse che – ha detto –  rischiano di diventare molte elevate.

Giovanni Lunardon (Pd)  ha premesso di non essere d’accordo in assoluto con le proposte di legge che riguardano il reddito di cittadinanza, in quanto questo prescinderebbe dalla condizione economica, dalla misure da attuare per includere il soggetto beneficiario nel mondo del lavoro e comporterebbe una spesa non sostenibile. «Tuttavia quella che è stata presentata dai Cinque Stelle – ha puntualizzato  – è una proposta tesa a garantire il reddito minimo, che è un’altra cosa rispetto al reddito di cittadinanza: si tratta di un passo avanti verso una risposta strutturale al problema del disagio e della povertà sociale». Secondo il consigliere la proposta di legge, dunque, è «un’anticipazione  dello strumento del reddito di inclusione attiva» che- ha ricordato – è oggetto, a livello nazionale, di una legge delega che ha auspicato venga licenziata entro la fine delle legislatura.

Luca Garibaldi (Pd) ha rimarcato che, a fronte di due proposte di legge presentate dalla minoranza, la giunta non ha ancora avanzato nessuna iniziativa legislativa su questo argomento. «Vorrei capire quale sia la posizione della giunta mentre altre Regioni – ha spiegato – hanno messo in campo alcuni strumenti, indipendentemente dal loro colore politico. Occorre dunque fare un salto di qualità per accompagnare questa misura sperimentale con quanto la Regione può fare». Tuttavia il consigliere ha espresso perplessità circa la reale possibilità di attuazione della proposta del Movimento5Stelle: «Preferisco uno strumento imperfetto, ma con risorse certe, piuttosto che uno strumento perfetto, ma senza certezze sulle risorse. Per questo c’è nella proposta del Movimento5Stelle un vulnus – ha detto – mentre nella nostra proposta abbiamo individuato risorse certe, sfidando così la giunta a fare qualcosa».

Secondo l’assessore alle politiche sociali Sonia Viale la proposta del Movimento 5 Stelle non è calibrata sulle reali esigenze della popolazione ligure, ma lascia fuori un’ampia fetta di popolazione. «Su questo argomento noi faremo ovviamente la nostra proposta di maggioranza, che ho già anticipato, lavoreremo sulla legge della famiglia – ha spiegato – perché abbiamo individuato delle fasce di povertà soprattutto delle famiglie liguri». Viale ha spiegato: «Riteniamo che la lotta alla povertà deve essere assolutamente fatta in sinergia con il mondo produttivo – ha aggiunto – perché, se la minoranza vuole fare degli interventi mirati alle persone che possono reinserirsi nel mondo del lavoro, occorre lavorare in stretta sinergia con il mondo dell’industria e dell’impresa». Secondo l’assessore, comunque, questo argomento  diventerà un tema di politica nazionale: da un lato «ci sono le proposte come le vostre – ha detto riferendosi alla minoranza – di tipo assistenzialistico, dall’altro ci sarà una proposta del Centro destra che lavorerà su una visione sistema perché è il lavoro il vero ed attuale strumento di lotta alla povertà». E, in merito alla proposta del Movimento5Stelle, ha aggiunto: «L’impostazione dell’opposizione propone soluzioni molto limitate, che non vanno a colpire e ad aiutare veramente le fasce deboli, quelle che non hanno neanche la possibilità di reinserirsi nel mondo del lavoro, e creano un duplicato rispetto a quanto già il Governo ha stanziato per la lotta alla povertà, come le politiche attive di reinserimento nel mondo del lavoro e per questo, ovviamente, riteniamo di non dover fare sprechi di risorse regionali, che sono già così poche».

Raffaella Paita (Pd) ha definito la proposta del Movimento5stelle «sbagliata non solo da un punto di vista economico, ma anche concettuale e nella logica». Secondo il consigliere «questa proposta non potrà mai essere realizzata» e sarebbe solo funzionale a promuovere l’immagine del Movimento.

Stefania Pucciarelli (Lega Nord Liguria- Salvini) ha contestato il fatto che nell’iter della legge i proponenti hanno modificato più di una volta la quantità di risorse necessarie per finanziare la legge, dimostrando poca «credibilità».

Sergio Rossetti (Pd) ha accusato il Movimento5Stelle: «Voi fatte in aula delle affermazioni senza averne la competenza».  Secondo il consigliere, infatti, si tratta di una proposta non concretizzabile.

Nel  dibattito durante la votazione degli articoli sono intervenuti Lilli Lauro (Giovanni Toti Liguria), che ha chiesto la sospensione della seduta, Giovanni Barbagallo (Pd) e Angelo Vaccarezza (FI).

Dopo la discussione generale sono iniziate le votazioni degli articoli della proposta di legge, che riprenderanno domani mattina.

Respinti numerosi emendamenti presentati dallo stesso gruppo Movimento5Stelle.

 

Stabilizzazione per i precari di Poste italiane

Il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno unitario, relativo alla situazione dei lavoratori assunti a tempo determinato in Poste italiane, passati in pochi anni da 1786 a 4500 unità «con contratti che possono ridursi a periodi brevissimi  (anche di soli 3 mesi)». Nel documento si rimarca che in Liguria gli assunti a tempo determinato in Poste italiane sono 250, di cui 120 a Genova. Si sottolinea, inoltre, che le condizioni lavorative «tendono ad un persistente peggioramento» e che «i lavoratori di Poste italiane si trovano  a supplire gravose  carenze strutturali, e a gestire picchi di traffico o situazioni straordinarie». Il documento impegna, quindi, la giunta «a intervenire nei confronti di Poste italiane e del Governo, affinché sia intrapreso al più presto un processo di stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori che, come ampiamente evidenziato, coprono mansioni  che sopperiscono a carenze  strutturali dell’azienda in questione».

Fonte: Regione Liguria