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[Lucca] ACCADDE OGGI – 16 Marzo del 1244, oltre 220 Catari, vengono arsi vivi, dopo l’assedio di Montsegùr

Lucca –

Pope Lucius III

Papa Lucio III, degli Allucingoli da Lucca

 

 

Divenuto un simbolo della resistenza alla repressione, Montségur è l’ultimo rifugio dei Catari, perseguitati per anni dall’esercito del Papa in tutto il Sud della Francia.

Nel maggio 1243, questo esercito giunse a Montségur e accerchiò il “pog” (il picco roccioso). Questa manovra di assedio ebbe inizio con un rapporto di forza smisurato: 6.000 soldati contro 400 catari circa. Nonostante la fame, il freddo e i combattimenti mortali, gli assediati riuscirono a resistere per un anno. In questo sono sostenuti da potenti signori locali come quelli di Foix e Mirepoix.

Alla fine, gli abitanti di Montségur negoziarono la loro resa nel marzo 1244. I vincitori promisero di liberare tutte le persone che avessero rinnegato la fede catara. Ma a Montségur nessuno era disposto a cedere.

I Catari scesero ai piedi del pog. Nella prateria li attendeva un rogo. Essi si gettarono e furono gettati a forza nelle fiamme. Oggi una stele segna il punto in cui perirono oltre 220 uomini e donne.

La tragedia vissuta in questo luogo, ma anche le voci su un potenziale tesoro e il particolare carattere topografico di questo sito hanno avvolto Montségur in un’atmosfera fantastica. Qualificato come tempio solare o castello del Graal, attira numerosi appassionati di esoterismo da tutto il mondo.

Il fenomeno culmina con il solstizio d’estate, quando il pog è invaso da una trepidante folla che spera di vedere il famoso raggio rosso. In questo giorno, all’alba, il sole spunta dalle feritoie poste sul lato orientale e d’un tratto esce dalle feritoie ad Occidente indicando, così si dice, il luogo in cui si trova il tesoro dei catari. Questo fenomeno è dovuto a particolarità architettoniche, tuttavia sono molti coloro che continuano a sognare.

Fu proprio l’unico Papa che Lucca abbia avuto, Lucio III degli Allucingoli, nato nella nostra città nel 1097 con una celebre enciclica, emanata da Verona dove era fuggito per una rivolta della plebe di Roma che aveva ammazzato e sgozzato in modo barbaro centinaia di preti, vescovi ed anche cardinali, denominata “Ad abolendam” (detta anche “bolla di ruscigli”, antica residenza estiva del papa nel comune di Gavignano) una bolla promulgata da papa Lucio III, in occasione del sinodo di Verona del 1184, si fa iniziare le persecuzioni armate contro i cosiddetti “eretici” e addirittura i tribunali della Santa Inquisizione!

Il decreto fu emanato per combattere l’eresia. Esso stabilì il principio – sconosciuto al diritto romano – secondo il quale, anche in assenza di testimoni! si poteva essere accusati di eresia e dunque subire un processo. La norma venne poi ribadita nel 1215 dal Concilio Lateranense IV, il quale istituì delle «procedure d’ufficio» per combattere l’eresia. Un semplice sospetto o una delazione bastava per iniziare il processo; inoltre, chi era a conoscenza di un’eresia o presunta tale e non denunciava il fatto, era considerato anch’egli responsabile e perciò sottoposto al medesimo giudizio!

Nel decreto, si aggiungeva:

« Alle precedenti disposizioni […] aggiungiamo che ciascun arcivescovo o vescovo, da solo o attraverso un arcidiacono o altre persone oneste e idonee, una o due volte l’anno, ispezioni le parrocchie nelle quali si sospetta che abitino eretici; e lì obblighi tre o più persone di buona fama, o, se sia necessario, tutta la comunità a che, dietro giuramento, indichino al vescovo o all’arcidiacono se conoscano lì degli eretici, o qualcuno che celebri riunioni segrete o si isoli dalla vita, dai costumi o dal modo comune dei fedeli. »

Il testo mostra chiaramente, e diversamente da quanto la Chiesa aveva fatto finora, che spetta al vescovo, o ad un suo delegato, “andare in cerca” degli eretici per processarli. Da qui il termine di “inquisire”, ossia ricercare i colpevoli.

Papa dalla ferrea tempra, si scontrò con l’imperatore Federico I Barbarossa per il possesso dei territori che erano stati della contessa Matilde di Toscana. La controversia sulla successione all’eredità della Contessa era rimasta in sospeso dalla pace del 1177, e l’imperatore Federico I Barbarossa propose nel 1182 che la Curia dovesse rinunciare alle sue pretese, ricevendo in cambio due decimi delle entrate imperiali dell’Italia: un decimo per il Papa e l’altro per i cardinali. Lucio III non acconsentì né a questa proposta, né ad un compromesso avanzato da Federico I Barbarossa l’anno successivo; tantomeno la discussione personale tra i due potenti, che si svolse a Verona nell’ottobre del 1184, portò a risultati definitivi.

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Lo stemma lucchese della Famiglia Allucingoli

 

La sua tenacia e bellicosità, si riscontra anche nella sua volontà di riorganizzare i Templari e le Crociate: nel 1185 cominciarono, sotto la supervisione di Lucio III, i preparativi per la Terza Crociata, in risposta agli appelli di Baldovino IV di Gerusalemme. Prima che questi venissero completati, però, Lucio III morì a Verona, il 25 novembre 1185.

 

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Lapide che a Lucca ricorda dove sorgeva la magione e la torre degli Allucingoli

 

 

Fonte Verde Azzurro