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MODENA – “SÃŒ AI CHIOSCHI NEL PARCO MA RIDUCENDO GLI IMPATTI”

Confidiamo in una soluzione positiva della vicenda processuale e nel contempo “ci prepariamo a realizzare un progetto che consenta comunque una presenza di chioschi nel Parco delle Rimembranze, utili anche per garantire maggiore sicurezza, riducendo però al minimo gli impatti”. Lo ha ribadito l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli rispondendo in Consiglio comunale oggi, giovedì 20 aprile, all’interrogazione di Alfonso Morandi (Forza Italia) che chiedeva all’Amministrazione comunale “di trovare con urgenza soluzioni” al problema dei chioschi sotto sequestro al parco delle Rimembranze. Morandi, dopo aver ricordato come, a suo parere, le strutture in cemento armato imposte dal Comune non avrebbero potuto essere realizzate in base al regolamento edilizio urbano, chiedeva in particolare all’Amministrazione di “mettere in campo il massimo dell’impegno per porre termine a una situazione che ha portato al degrado” del parco e di aggiornare il Consiglio su eventuali trattative in corso con la Procura, come riferito dalla stampa locale.

L’assessora Vandelli ha iniziato ricordando la vicenda processuale in corso e auspicando una conclusione in tempi rapidi, con una decisione che “orienterà l’azione del Comune, fermo restando che il Parco delle Rimembranze, per garantire maggiori livelli di sicurezza e nel rispetto dei vincoli posti dalla Soprintendenza, ha bisogno dei chioschi: occorre restituire alla comunità un luogo di incontro e di passeggio”.

In ogni caso, ha spiegato Vandelli, la conclusione del giudizio di primo grado non è decisiva, è possibile l’appello e esiste il rischio della prescrizione che rappresenterebbe “una situazione di incertezza”. Pur confidando in una soluzione positiva, quindi, l’assessora ha annunciato che ci si sta preparando a “un progetto che riduca al minimo gli impatti, lavorando su cinque presenze all’interno del parco e chioschi di dimensioni inferiori a quelle massime previste nel progetto originale. Modena ha bisogno di riappropriarsi del suo passaggio storico, con chioschi adeguati dal punto di vista sanitario e che garantiscano sicurezza”.

Nel frattempo, ha annunciato Vandelli, i privati stanno avanzando proposte che vanno in questa direzione e Bobotti, per esempio, ha presentato un progetto senza uso di cemento (con plinti imbullonati) che, partendo dalla collocazione storica del chiosco, è caratterizzato da soli quattro moduli, invece dei sei originali, (salvaguardando gli spazi obbligatori per le normative sanitarie e del lavoro: area per dipendenti, bagno per il pubblico, zona per il trattamento dei cibi. “Si riduce a un solo modulo di 4 metri per 4, quindi, lo spazio per i clienti – ha spiegato Vandelli – e si delinea un chiosco aperto prevalentemente tra aprile e settembre. Stiamo approfondendo i contenuti della proposta da valutare anche in relazione con l’evoluzione processuale, ma senza interferenze: non ci sono trattative in corso, ma continua appunto il dialogo con i privati”.

Rispetto all’estate, inoltre, l’assessora ha spiegato che si sta verificando se sussistono le condizioni per riproporre anche quest’anno la situazione del 2016 con la possibilità di aperture estive dei tre vecchi chioschi, le strutture esistenti non soggette a sequestro penale (Lido Park, Serafini, El Paseo – ex Blue Moon), se in regola con i requisiti igienico sanitari e di sicurezza previsti dalle norme. Dopo le verifiche, verranno comunicate le procedure per l’eventuale presentazione delle domande.

Nella replica Morandi ha sottolineato come sia “evidente che la soluzione non è per nulla definita, sono tutte valutazioni lontane non sufficientemente chiare, tutte da discutere e credo da affrontare anche con il parere della Soprintendenza. Mi auguro che, se anche parziale o provvisoria, si riesca a trovare una soluzione per consentire una minima fruibilità del parco già da quest’estate”.