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[REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA] 300 anni Maria Teresa: intuizioni ed eredità nel convegno Fvg-Ince

Trieste, 13 mag – La figura di Maria Teresa D’Austria, “donna
straordinaria, autrice di un progetto più grande di lei che
racchiude i segni della modernità“, per dirla con le parole del
moderatore Tommaso Cerno, direttore de “L’Espresso”, è stata al
centro della tavola rotonda odierna nel Palazzo della Regione di
Trieste, promossa dalla Regione stessa con l’Iniziativa Centro
Europea.

Il dibattito a più voci è stato concluso dalla presidente del
Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, la quale ha
individuato nella “lungimiranza, modernità e tolleranza” le
caratteristiche salienti del regno di Maria Teresa, che ha
lasciato una traccia duratura in Trieste e nella regione.

“Se ci fosse una classifica, come per i politici moderni, Maria
Teresa sarebbe al primo posto”, secondo Ernst Woller, presidente
della Commissione Cultura del Comune di Vienna e membro del
Parlamento provinciale della capitale austriaca. Eppure la
sovrana fu al tempo stesso “una donna ambigua”, a giudizio di
Woller, o comunque “con luci e ombre”, come ha osservato
Serracchiani. Certo “fu una grande riformista”- così il console
generale d’Austria a Milano Wolfgang Spandinger -, attiva in un
contesto plurilingue e di moneta unica antesignano dell’Unione
europea. Quest’eredità, oltre che nell’Ue, perdura oggi da un
lato nelle Euroregioni, tra cui il Gect Euregio che raccoglie
Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia – lo ha rammentato
Spandinger -, e, d’altro lato, “la stessa fondazione
dell’Iniziativa Centro Europa è stata ispirata dal tesoro
dell’esperienza degli Imperi Centrali”, come ha ammesso il
segretario generale dell’Ince Giovanni Caracciolo di Vietri.

Alcuni grandi meriti della sovrana sono stati ricostruiti dal
presidente di Assicurazioni Generali Gabriele Galateri di Genola.
Dopo che era stato varato il porto franco, Maria Teresa fondò la
prima borsa mercantile, avviò l’infrastrutturazione dello scalo,
pose le condizioni per la triplicazione della popolazione e del
traffico di navi, emanò leggi che favorirono la nascita delle
grandi compagnie assicurative in un panorama di settore fino ad
allora fragile e attirò imprenditori con la libertà di culto.
Combattè – lo ha ricordato Woller – per l’equiparazione tra uomo
e donna, forte – come ha evidenziato l’assessore comunale di
Trieste alla Cultura Giorgio Rossi – di “una consapevolezza del
ruolo maturata a già 23 anni e di una visione globale ordinata e
avveniristica”, cui va ricondotta “l’intuizione della
scolarizzazione obbligatoria”.

La portualità deve molto alla sovrana. Oggi, secondo Erik
Fabijancic, presidente del Consiglio della Regione
Litoraneo-Montana di Fiume, “in una fase segnata dalla crisi
dell’identità europea, resta il sogno di una collaborazione tra i
porti del Nord Adriatico”. Anche se “i tempi della realizzazione
delle infrastrutture non sono i tempi del traffico”, secondo il
segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del mare
Adriatico orientale Mario Sommariva, ugualmente le grande
traiettorie di sviluppo come la via della Seta indicano che
“serve la collaborazione tra i porti in una nuova dimensione per
costruire dal sud adriatico una via di penetrazione” ai mercati.

La nuova centralità di Trieste e del Friuli Venezia Giulia -
tutti d’accordo su questo i relatori – si deve anche alla
lungimiranza di Maria Teresa, centralità comprovata
nell’immediato futuro da un appuntamento su cui ha posto
l’accento Caracciolo di Vietri: Trieste ospiterà – prima città
non capitale – il prossimo vertice sui Balcani in programma il 12
luglio.
ARC/PPH/ppd

Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia