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Firenze Consiglio Comunale 8 giugno 2017 / interrogazioni

La prima interrogazione è stata presentata dal consigliere comunale Alessandro Caneschi che ha chiesto “quale sarà il destino del porta a porta che, introdotto dalla precedente amministrazione in alcune frazioni, ha avuto come pregio la crescita della consapevolezza in tema di raccolta dei rifiuti. Ora, l’amministrazione sospende la consegna dei sacchi per la raccolta differenziata. Come mai questa scelta? Quali eventuali strategie alternative avete pensato”?

Interrogazione di analogo contenuto è stata presentata dal consigliere comunale Paolo Lepri: “il comune di Arezzo non raggiunge la soglia del 50% della raccolta differenziata e questo comporta che non è in regola con la normativa nazionale e le direttive europee. Abbiamo come conseguenza di questa scelta che i cittadini più efficienti pagheranno di più e comunque gli utenti di centro storico e frazioni da una parte e centro urbano dall’altra subiranno trattamenti differenziati”.

“La distribuzione dei sacchi – ha replicato l’assessore Marco Sacchetti – viene considerata un servizio di base, dunque la riprenderemo con il nuovo Piano di riorganizzazione dei servizi che entrerà in vigore il prossimo anno. Non credo inoltre che tale interruzione possa inficiare questa metodologia di raccolta, ciascun cittadino dovrebbe fare la sua parte, ad esempio utilizzando per il conferimento porta a porta i sacchi della spesa. La distribuzione dei sacchi peraltro va in tariffa e comporta un costo comunque per i cittadini. Non prevediamo di estendere il porta a porta a tutta la città, ci sono sistemi alternativi che consentono di arrivare a risultati senza comportare costi importanti. Resterà nelle frazioni dove è già attivo e in centro storico, con alcuni perfezionamenti”.

 

Massimo Ricci: “il centro di accoglienza di San Domenico, gestito dalla Caritas diocesana è rimasto attivo dalla fine di gennaio al 30 aprile. Adesso è chiuso. Se la lotta al degrado era uno dei punti qualificanti della giunta, adesso i senza dimora dovranno trovare soluzioni alternative in luoghi diversi e meno sicuri per passare la notte. L’apertura del centro, per la prossima stagione, dovrebbe essere, intanto, anticipata e non interrompersi una volta passata l’emergenza freddo”.

L’assessore Lucia Tanti: “manterremo la collaborazione con Caritas e ci siamo già visti per impostare il lavoro per l’anno venturo. Quindi il dormitorio riaprirà per l’inverno ma sempre in forma temporanea e non continuativa. Per due ragioni: la prima è organizzativa, Caritas si è caricata sulle spalle la struttura con il volontariato e 365 giorni l’anno risulta impossibile garantire il servizio. Un’altra valutazione è più politica: Arezzo è una città con una coesistenza di servizi che consentono supporti veri e antecedenti alla extrema ratio del dormitorio. Tanti soggetti si occupano delle persone in difficoltà, di questo li ringrazio, ma vogliamo che che queste persone stiano dentro determinati percorsi di reinserimento sociale. Un dormitorio aperto 365 giorni implica che chi non vuole stare alla regole trova un luogo ‘franco’ per passare la notte e poi torna il giorno a rappresentare una presenza critica che non vogliamo incentivare e soprattutto tollerare”.

 

Francesco Romizi: “la Casa di riposo Fossombroni sta subendo un destino che non ci lascia tranquilli viste la sua storia, la sua natura pubblica, il carattere del servizio reso che va a toccare, come noto, una fascia debole della popolazione: gli anziani. Da quando si è insediata la nuova amministrazione, abbiamo avuto un cda nominato dopo mesi che ha comportato una fase di vacatio in cui non esisteva un governo dell’azienda, poi si sono succeduti due presidenti, ora anche il cda nominato dal sindaco è decaduto. Perché tutti questi presidenti si dimettono e nell’arco di pochi mesi? Qual è la strategia dell’amministrazione rispetto a questa azienda? Quali criteri verranno adottati per la nomina del nuovo cda”?

“Intanto non ci sono stati ritardi particolari – ha replicato il sindaco Ghinelli – all’inizio del mio mandato ho deciso di mantenere il vecchio consiglio di amministrazione senza pormi motivi di urgenza. Dopo di che, il nuovo cda, quello di mia nomina, ha lavorato bene fino a pochi giorni fa, c’è stato un solo cambio di presidente dettato da motivi professionali di chi allora ricopriva la carica. La settimana scorsa il cda è decaduto per dimissioni di varia origine, personali e di incompatibilità. Per i quattro quinti dei suoi componenti ho già individuato i nuovi soggetti, scelti in base a criteri di competenza, spero di integrare presto l’organo con l’ultimo membro che dovrebbe essere l’elemento di continuità con la precedente gestione”.

 

Ancora Francesco Romizi ha posto la questione delle mense scolastiche. “Molti genitori lamentano scarsa informazione e rigidità nei menù. Quali sono le misure che intende intraprendere l’amministrazione per superare questi rilievi? Comune, Asl, ditta vincitrice dell’appalto, genitori dovrebbero collaborare e per adesso tale collaborazione non si registra”.

“In realtà – ha dichiarato l’assessore Lucia Tanti – abbiamo tenuto l’intero percorso dentro le regole nazionali. I genitori hanno mostrato un alto livello di apprezzamento e i rilevamenti quotidiani che abbiamo ce lo confermano”.

 

Massimo Ricci: “il 6 marzo abbiamo presentato un’interrogazione sull’incidente alla Chimet di pochi giorni prima. Sono stati fatti rilievi sulla qualità dell’aria ma non ci sono stati provvedimenti particolari di salute pubblica. La legge prevede un piano per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro. Esiste un elenco degli impianti industriali considerati a rischio per il comune di Arezzo”?

 

Donato Caporali: “è in corso di apertura ad Arezzo una sala slot in zona Pratacci. Un luogo che per dimensioni somiglia più a un casinò. Il comune di Arezzo sta dicendo di volersi impegnare nella lotta alle ludopatie e al gioco d’azzardo. Non sono lontane una scuola, un centro di aggregazione sociale, una futura struttura ospedaliera e la legge regionale indica precise distanze. Chiedo di intervenire in ogni forma al fine di riconsiderare le autorizzazioni o concessioni in possesso dei titolari”.

“Faremo ogni verifica possibile sulle distanze – ha dichiarato l’assessore Lucia Tanti – e se queste non sono state calcolate correttamente si procederà a richiedere la sospensione della licenza. Dopo di che l’attenzione che mostriamo verso questo problema è totale. Noi intendiamo attendere un regolamento regionale per poi adottarlo. Questo per evitare che si verifichino i rischi incorsi da altri Comuni che hanno agito singolarmente e poi hanno visto i loro regolamenti impugnati al Tar e annullati”.

 

Matteo Bracciali: “il nuovo bando per il ciclodromo di Sant’Andrea a Pigli sembra prevedere un uso promiscuo della pista, non solo per ciclisti ma anche per mezzi motoristici. C’è veramente questa intenzione, sono state effettuate particolari verifiche ambientali e acustiche, è stato considerato il fatto che esiste una strada vicinale limitrofa che regge il carico del traffico locale? La vicenda ha alzato i livelli di attenzione e di preoccupazione degli abitanti”.

Lucia Tanti: “il bando ancora non è stato pubblicato, in ogni caso cerchiamo di impostarlo a 360 gradi perché il ciclodromo è in un’area molto ampia e vogliamo utilizzarla al meglio. In effetti la pista andrà a servire varie discipline. Questo perché non possiamo fare un impianto per ciascuna e dunque un’integrazione è inevitabile. Terremo conto però non solo delle regole e delle compatibilità urbanistiche e acustiche ma anche delle esigenze di tutti”.

“A proposito di regole – ha proseguito il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini – dalle prime verifiche sembra che staremo dentro i decibel previsti dalle norme. Personalmente nutro perplessità per una promiscuità quotidiana e per concedere di girare tutti i giorni a veicoli a motore in zona abitata. La pista potrebbe essere concessa, ad esempio, in occasione di eventi spot. Esiste comunque un’esigenza territoriale e associativa, legata al mondo dei motori e di questi mezzi, che va soddisfatta. La scelta migliore sarebbe un autodromo, nel frattempo dobbiamo cercare di colmare l’attesa”.

 

Massimo Ricci: “nel luglio 2106 Aisa Impianti ha affidato il servizio di smaltimento delle ceneri leggere prodotte nell’impianto di San Zeno. Tali ceneri, ovvero polveri provenienti da apparecchiature, sono tradizionalmente classificate come ‘pericolose’ ma nel bando si legge il contrario. Chiedo il perché di questa classificazione. Non sono opportuni nuovi campionamenti”?

“In realtà – ha ricordato l’assessore Marco Sacchetti – questa de-classificazione, a leggere il bando citato, era considerata eventuale e condizionata alle analisi da effettuare. E a oggi tutti i rifiuti restano classificati come pericolosi”.

 

Donato Caporali ha chiesto di conoscere i criteri in base ai quali vengono classificate le opere pubbliche, “in particolare quelle superiori o inferiori ai 100.000 euro e ai 40.000”.

Il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini: “i criteri sono ovviamente economici e strutturali poi derivanti da una graduatoria attendibile fatta in accordo con gli uffici. L’ordine di questa è stato dato in base ai flussi di traffico e alle esigenze del territorio. Un esempio per tutti: oggi sono in programma asfaltature a San Leo, frazione che viene utilizzata per chi vuole bypassare la tangenziale. Dunque se di suo potrebbe registrare minori bisogni in realtà le sue strade sono sottoposte a usura importante”.

 

Paolo Lepri: “perché è stato cambiato il progetto per l’incrocio di via Fiorentina? Quali saranno i tempi di realizzazione e i nuovi costi? E come si disciplineranno i flussi di traffico in corso d’opera”?

Il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini: “la soluzione è stata supportata da indicazioni e dati precisi forniti da professionisti. È un’operazione da 2 milioni e mezzo di euro circa che se da un punto di vista estetico non sarà il massimo è la migliore per la gestione dei flussi di traffico e per  rispondere alle esigenze di quello snodo, compresa la svolta in sinistra a favore delle attività commerciali”.

 

Jacopo Apa ha chiesto, “vista l’attuale discussione sulla legge regionale relativa alle liste di attesa, se il sindaco non ritiene farsi promotore in ogni sede di azioni utili a introdurre un sistema di prolungamento di apertura degli sportelli e degli ambulatori”.

“Il sistema sanitario aretino – ha replicato il sindaco Alessandro Ghinelli – è entrato nell’area vasta del sud-est toscano in condizioni oggettivamente migliori degli altri due capoluoghi di provincia. Noi siamo pronti a sostenere ogni aspetto che vada in direzione della maggiore efficienza del sistema e per questo confido nell’assemblea dei sindaci e delle sue capacità di pressione. Temo che l’unico strumento sia proprio questo: procedere tutti assieme. Anche perché lamento come la Regione Toscana sia sorda alle istanze provenienti dai singoli territori. Nel ridisegno complessivo delle zone distretto socio-sanitarie ne abbiamo avuto la prova più emblematica: avevamo chiesto a più riprese che Arezzo restasse autonoma essendo numericamente autosufficiente e avendo servizi socio-sanitari di livello molto diverso da Casentino e Valtiberina. La Regione, in massimo dispregio di tale unanime richiesta, ha accorpato Arezzo, Casentino e Valtiberina creando una zona-distretto di dimensioni enormi e del tutto disomogenea”.

 

Paolo Lepri: “il palazzo di via Cesalpino entrerà o no nel piano delle alienazioni? L’assessore Comanducci ne ha parlato in termini di sede di eventi nel presentare il piano sul turismo. Se non verrà più venduto, come sarà compensata l’entrata prevista inizialmente a bilancio”?

Il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini: “il palazzo verrà eliminato dal piano delle alienazioni perché lo abbiamo individuato come strategico come sede di iniziative funzionali allo sviluppo turistico”.

 

Infine Palo Lepri: “sono più di 5 anni che gli aretini pagano un balzello per la ‘digitalizzazione’ della Asl, che va da 10 euro in su: si tratta della spesa per avere i cd con le risultanze degli esami sostenuti. Ora, è noto, che i cd abbiano un costo minimo. Perché continua questa situazione? È poi paradossale che nell’epoca della digitalizzazione la Asl non disponga ancora di un registro dei tumori”.

 

 

Fonte: Comune di Arezzo