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[REGIONE UMBRIA] PICCOLO CARRO: “FARE PIENA LUCE SULLA VICENDA. SE NON CI SONO LE AUTORIZZAZIONI SERVE CHIUDERE LE STRUTTURE” –…

(Acs) Perugia, 22 luglio 2017 – “Fare piena luce sulla vicenda del Piccolo Carro”. È quanto emerso dalla conferenza stampa organizzata dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, sul tema “Affido minori e strutture di accoglienza: il caso Umbria”, che si è svolta questa mattina nella Sala Partecipazione di Palazzo Cesaroni a Perugia. All’incontro, tra gli altri, hanno preso parte anche la senatrice M5S Enza Rosetta Blundo, vicepresidente della Commissione parlamentare adolescenza e infanzia, e Loredana Greco, delegata dell’associazione Colibrì per Lazio e Umbria.

Nel corso della conferenza stampa è stato spiegato che “le strutture di accoglienza devono garantire personale altamente qualificato e autentica competenza, ancor di più a beneficio di minori diversamente abili. Ma non sempre è così in Umbria: nel corso degli anni ci sono stati troppi casi di strutture completamente inadeguate, tra controlli carenti e opachi affarismi”. In particolare è stata ricordata la vicenda del Piccolo Carro. “Una struttura – ha detto Carbonari – che ha operato senza avere i requisiti necessari. La nostra richiesta è che venga fatta piena luce su tutto quanto accaduto intorno al Piccolo Carro. Se non ci sono le autorizzazioni necessarie queste strutture devono essere chiuse, e i minori devono essere collocati nelle strutture idonee per offrire loro i servizi di cui hanno bisogno. Aspettiamo che la la magistratura completi le indagini in corso, auspicando che faccia altrettanto anche la Guardia di Finanza, visto che nei bilanci della cooperativa emergono elementi anomali. Le rette che vengono pagate al Piccolo Carro sono di circa 380 euro al giorno più iva, quando la media nazionale è di circa 120 euro al giorno. Inoltre il volume d’affari della cooperativa è di circa 5 milioni di euro l’anno”. Carbonari ha anche precisato che come M5S “vigileremo affinché il nuovo regolamento, che già è stato preadottato in Giunta, preveda delle censure per i soggetti che richiedono le autorizzazioni e che devono avere i requisiti morali e etici per gestire queste strutture, soprattutto quelle che si occupano di minori”. Dopo essere tornata sul tema della Garante per l’infanzia regionale e sui suoi “conflitti di interesse in questa vicenda”, Carbonari ha anche reso noto che lo scorso 30 giugno, insieme a Liberati e alla senatrice Blundo, è stato fatto un sopralluogo nella struttura che ha evidenziato “numerose criticità”.

Liberati ha ricordato che “rivolgersi alla magistratura è stata l’estrema ratio, ma anche un fallimento, perché questo significa che tutti i sistemi di controllo amministrativi non funzionano. E questa è una condizione estesa nella nostra Regione, diventata un colabrodo su numerosi fronti: basta ricordare le commistioni tra politica e affari sul terremoto, o la distruzione della ferrovia. Respingiamo fermamente gli affarismi, per rimettere al centro le persone e, in questo caso, il percorso educativo, così da costruire una società fondata su valori veri e sull’autorevolezza dello Stato”. DMB/

Fonte: Regione Umbria