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PORCARI Una Luminara nel segno delle due vittime sul lavoro. La preghiera dell’Arcivescovo: “Eugenio e Antonio, qui con il sangue hanno scritto il loro nome di uomini di fede” (video)

LUCCA – La Luminara 2017 va in archivio nel segno di Eugenio Viviani e Antonio Pellegrini, i due operai della Morelli rimasti uccisi in un incidente sul lavoro lo scorso 1 settembre proprio mentre stavano sistemando i lumini sulla facciata di palazzo Pretorio che si affaccia su via Vittorio Veneto.

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Oggi, nello stesso punto, c’era un altro camion gru. Nel cestello, a circa 10 metri di altezza, due addetti che ripetevano gli stessi movimenti di quel giorno. Quelle che si fanno ogni anno. Le operazioni di sistemazioni dei lumini, in alcuni punti della città, si sono protratti anche oltre le 20, di fatto cioè quando il corteo aveva già lasciato piazza S. Frediano.

Lungo il percorso sembra di vedere meno gente del solito. Via Fillungo è illuminata solo dai ceri: questa volta, i commercianti hanno rispettato l’appello del Comune, spegnendo le illuminazioni delle vetrine. L’atmosfera di questa edizione è più mesta. Il momento più atteso arriva poco dopo le 21.30, quando l’Arcivescovo di Lucca, Mons. Italo Castellani, e il sindaco Alessandro Tambellini, arrivano sul luogo in cui il 1 settembre si è consumata la terribile sciagura in cui hanno perso la vita Eugenio Viviani e Antonio Pellegrini. Dopo la deposizione di un mazzo di fiori, il Vescovo legge la preghiera dedicata alle vittime e le loro famiglie.

 

 

Ecco il testo.

Amato Volto Santo, nostro Redentore. Eugenio e Antonio, l’altra sera, stavano lavorando per Te: con devozione desideravano preparare al meglio la Tua Festa, l’omaggio di fede del popolo lucchese al loro ‘Re’.

Qui, in questo luogo, su questa strada, in cui con il sangue hanno scritto il loro nome di uomini di fede, dal cuore buono e generoso, Tu li hai chiamati: e, loro, sono volati in cielo accanto a Te.

Non hanno avuto il tempo di cambiarsi
 per arrivare preparati alla sala del banchetto, che Tu tieni sempre imbandita per tutti noi, tuoi figli.
 Sono arrivati con le loro tute, i loro elmetti,
 e le loro scarpe di sicurezza, portandosi dietro i loro arnesi da lavoro. Sono arrivati davanti al Tuo Volto
 portando impresse sui loro corpi sfigurati
 le stigmate del lavoro che con amore stavano compiendo.

Ma non c’è nessuno di loro, nessun uomo e donna, per quanto sfigurati nel corpo o nello spirito,
 che non rechi il marchio battesimale della tua gloria.
 Tu hai creato Antonio ed Eugenio, e tutti noi, a tua immagine:
 tu ora li riconosci come tuoi figli amatissimi.

Volto Santo, nostro Redentore, illumina della Tua luce i familiari di Antonio ed Eugenio – le loro rispettive mogli Vanda e Annamaria, i loro giovani figli Niccolò, Alessandro e Riccardo – che, con noi, continuano a guardare con fede alla Vita.

Dona loro speranza, lenisci il loro dolore, fa arrivare al loro cuore ferito la Tua Parola che non delude: “Chi crede in me, non muore: Io sono la Risurrezione e la vita…

Vado a prepararvi un posto e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io” (Gv 14, 3). Amen!

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Sfilano tutti i comuni della Provincia. Ci sono i sindaci di Altopascio, Porcari, Capannori, Pescaglia, Mssarosa, Camaiore, Seravezza e Viareggio.

 

Qualche minuto dopo, un altro mazzo di fiori è stato deposto sul luogo della tragedia dai compagni di Viviani della Vab antincendio di Vorno. L’operaio era un volontario assiduo dell’associazione.

 

Il corteo, lunghissimo e molto partecipato, si chiude con i gruppi rievocativi in costume storico: compagnia balestrieri di Lucca, l’associazione contrade San Paolino, l’Historica lucense, il gruppo sbandieratori Città di Lucca – Contrada Sant’Anna, l’associazione storica Castello di Nozzano, il gruppo storico di Montecarlo, il gruppo Lodovico Ariosto di Castelnuovo Garfagnana e, infine, il gruppo Casteldurante di San Ginese di Compito.

In Cattedrale, dopo l’allocuzione dell’Arcivescovo, sono seguiti i canti delle corali e il tradizionale Mottettone, quest’anno composto dal maestro don Italo Bianchi, docente emerito presso il Pontificio istituto di Musica sacra in Roma che per la seconda volta ha prestato il suo ingegno musicale alla celebrazione. Al termine la consueta benedizione che di fatto ha chiuso la Santa Croce 2017, che in segno di rispetto per le vittime del 1 settembre non ha celebrato i consueti fuochi di artificio.

 

Fonte: Lo Schermo