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[Lucca] Il Santo del giorno, 4 Ottobre: S. Francesco (ma d’Assisi o di Lucca?)

Lucca –

Il Santo del giorno, 4 Ottobre: S. Francesco (ma d’Assisi o di Lucca?)

Oggi si celebra come in moltissimi sanno, il Patrono d’Italia, S. Francesco il Poverello d’Assisi. Già ma da Assisi o da Lucca? Molti storici bollano come una bufala questa ascendenza della famiglia di Pietro Belmonte il padre di Giovanni, già Francesco al battesimo si chiamava così, dai Moriconi di Luca che ebbero il bel palazzo, oggi non proprio in ottime condizioni che si affaccia su via Fillungo e per buonaparte si erge sulle rovine dell’Anfiteatro.

Effettivamente un ramo di questa famiglia lucchese che commerciava anche in stoffe, lane e prestava soldi, come la casata del Santo, proprio in Francia (il padre di Francesco si trovava in quelle terre a commerciare quando nacque Giovanni e proprio per ricordare le fortune che aveva fatto oltrealpe, in onore di quelle lande volle cambiargli nome) aveva case e palazzi ad Assisi. In una loro stalla si voleva fosse proprio nato Francesco!

Altri pensano che sia tutto un fraintendimento: un esponente della famiglia lucchese dei Moriconi, attingendo a questi legami con l’Umbria, per farsi grande con i Francescani che a Lucca erano una potenza, con i loro conventi come quello di Monte S.Quirico, dove ancora sono, là dove si trovava nel Medioevo il Castello della famiglia Cotenna, nel XVII sec. si sarebbe vantato di essere discendente dagli stessi antenati del Santo: dal prendere per buoni questi presuppposti, nascerebbe tutto l’equivoco. Tanto è vero che prime del ‘600, non si trovano acenni né nelle biografie del Santo, né dei documenti che riguardano i discendenti del fratello di Francesco alcun riferimento a Lucca.

La vicenda è invece presa per buone e se ne trova traccia anche su Internet da certi siti fantasiosi e fuorvianti (ce en sono così tanti sul web!) che vorrebbero il Santo d’Assisi addirittura di discendenza ebraica e veneziana e con diversi passaggi della sua vita proprio a Lucca!

La leggenda di Francesco proveniente da Lucca, è stata soprattutto rilanciata da Giovanni Joergensen, poeta e scrittore danese (1866-1956) che scrisse nel 1907 la biografia del Santo e divenne per questo (forse gli amministratori non avevano letto il libro!) anche cittadino onorario di Assisi!

I Moriconi, ricca, come quella di Francesco e nobile (il Santo lo era solo da parte di madre che si vuole di origine francese, addirittura proveniente dai De Bourlemont, ma la rivendicano anche nelle Marche!) famiglia lucchese, parteciparono assai attivamente alla vita politica della città. Ricca e nobile famiglia lucchese, i Moriconi si dicevano discendenti di un Ropaldo (inizio sec. XI), il cui figlio, Giovanni, detto Moricone per il colorito scuro della pelle, aveva imposto, nel 1099, quel nome al secondo dei suoi figli, Morico (o Moricone). Da allora Moricone, Giovanni e più tardi Bartolomeo divennero i nomi ricorrenti nella famiglia.

«Proprietari di torri, palazzi, portici e curie» (Gamurrini, 1668, p. 433), i Moriconi parteciparono attivamente alla vita della città e ricoprirono diverse cariche.

Dai nipoti di Moricone, Arrigo e Giovanni, derivarono due rami della famiglia: il primo, da Moricone figlio di Arrigo, dopo cinque generazioni (Giovanni, Tommaso, Bartolomeo, Bartolomeo, Marcantonio), alla metà del XVI secolo si divise a sua volta in due rami, con i figli di Marcantonio: Giovanni, nato nel 1540, e Libertà nel 1541. La discendenza di Giovanni si estinse invece precocemente con Datone nel XIV secolo.

Attivi nella vita pubblica – le cronache ricordano in particolare Bartolomeo (nato nel 1460), dottore in legge, e Libertà (1541), famoso giureconsulto e ambasciatore della Repubblica – i Moriconi furono una delle più importanti compagnie commerciali e finanziarie cittadine, presente sulle diverse piazze europee.

Nel ‘500, i Lucchesi, spostatisi dalla tradizionale posizione filofrancese, verso gli Asburgo e non rinnovando le loro “botteghe” di seta adeguatamente, persero progressivamente i mercati, spostandosi allora verso quelli dell’Est.

I Moriconi, che nella loro bottega a Lucca, condotta da Francesco di Bartolomeo e da Bartolomeo di Marcantonio, già lavoravano soprattutto per la Polonia, vi si trasferirono nei primi anni del Seicento: Bartolomeo di Giovanni (nato a Lucca nel 1574) giurò come cittadino di Cracovia il 28 maggio 1616 e suo figlio Giovanni (morto a Cracovia nel 1631) il 2 agosto 1623. I Moriconi furono, con i Bottini, i primi lucchesi a impegnarsi anche sul mercato finanziario; di lí a poco i Bottini fallirono, non riuscendo a riscuotere i propri crediti, soprattutto quelli sostanziosi dei Montelupi, invano inseguiti dalle ingiunzioni dei tribunali. «L’aria pollacca … ordinariamente fa le persone poco adatte a pagare i loro debiti», scriveva nell’ottobre del 1669 Ottavio Mansi ai Mansi di Cracovia (Archivio di Stato di Lucca, Archivio Mansi, 296, cc. n.n.; in Mazzei, 1977, p. 107) riferendosi ai prestiti concessi in occasione dell’incoronazione di Michele Wiśniowiécki.

Pfanner

La costruzione di Palazzo Pfanner, sede tra l’altro in una sua ala, del celeberrimo Liceo Classico “Machiavelli”, risale al 1660. Furono i Moriconi, membri del patriziato mercantile lucchese, a commissionarlo. Travolti dal fallimento economico essi furono costretti nel 1680 a vendere l’edificio ai Controni, anch’essi mercanti della seta ascesi al rango nobiliare

I Moriconi si divisero dunque in proficua collaborazione tra Lucca e Cracovia: Lorenzo di Giovanni curò gli affari in patria; i nipoti Scipione ed Enrico, con il figlio Frediano, si trasferirono e presero la cittadinanza polacca (rispettivamente nel 1642, 1630 e 1637).

Nato a Lucca il 6 luglio 1622 da Lorenzo e Vittoria di Lelio Barsotti, Frediano aprì nuove prospettive alla famiglia: impiantò una propria attività e accumulò in pochi anni un ingente patrimonio. Nel 1665, non potendogli restituire il prestito di 60.000 talleri, il re Giovanni II Casimiro Vasa gli gli donò un feudo in Lituania. Frediano vi si trasferì, ed essendo senza eredi chiamò presso di sé i nipoti Scipione (nato a Lucca il 10 gennaio 1642) e Giovanni Carlo (nato a Lucca il 22 gennaio 1647), figli di Bartolomeo (nato a Lucca nel 1620 da Marcantonio e dalla cugina Virginia Moriconi) che fecero della Lituania la loro nuova patria, pur avendo conservato sino ad allora stretti legami con Lucca, tanto che battezzarono i figli a S. Giovanni o S. Frediano e seppellirono i propri cari nella tomba di famiglia in S. Pier Cigoli.

In Lituania la famiglia si inserì nel ceto dirigente e molti Morykoni si segnalarono nella vita politica e culturale del paese. Della prima generazione si ricordano Jan, allievo di Stanisław Brezanowski, autore di versi pubblicati sulla Olimpias Akademica nel 1655, e Aleksander (1682-1752), entrato nell’Ordine dei gesuiti nel 1703, poi rettore del Collegio di Niéswicz e professore a Varsavia. Successivamente i figli di Marcian, governatore di Wilkomierz e di Alessandra Tyzenhauz: Benedikt Beniamin (morto nel 1794), scrittore in lituano, e Ignacy (morto nel 1823), prefetto di Wilkomierz, insignito nel 1782 dell’Ordine di S. Stanislao. Attivissimo nella vita e nella discussione politica, Ignacy partecipò come membro della Dieta al dibattito sulla liberazione dei contadini (1817). Fu sepolto a Traszkuny, nella tomba di famiglia nella chiesa dei Bernardini da poco ricostruita in pietra. Raggiunsero posizioni di rilievo anche i cugini Michał Tadeusz (1720- 1788), di Krzysztof, vicemaresciallo del Tribunale di Lituania (1759-60), legatissimo alla potente famiglia dei Radziwiłł, e Kajetan (1774-1830), di Jakob, laureato in legge a Cracovia, rettore della Scuola del Voivodato di Plock e organizzatore della prima biblioteca pubblica di Lublino (1811-12). Infine Ferdynand, emigrato in America e divorato da un coccodrillo nell’Illinois alla metà del 1864.

Fonte Verde Azzurro