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Capannori Sei nuove centraline low cost per monitorare la qualità dell’aria a Capannori. Al via a gennaio il progetto sperimentale

Capannori –

Sei nuove centraline low cost per monitorare la qualità dell'aria a Capannori. Al via a gennaio il progetto sperimentale

Misurare e monitorare in modo diffuso sul territorio di Capannori la qualità dell’aria attraverso nuove tecnologie. Questo l’obiettivo dell’innovativo progetto sperimentale ‘Air Quality’, tra i primi ad essere realizzati in Italia, di cui è capofila il Comune di Capannori e che vede come partner scientifici l’Istituto di Fisiologia Clinica e l’Istituto di Biometeorologia del CNR, il Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle nuove Tecnologie dell’Università di Pisa e Arpat.
Il progetto è stato presentato questa mattina (lunedì) nel corso di una conferenza stampa svoltasi nel parco pubblico di fronte ad Athena dove è collocata la centralina di rilevamento di Arpat, alla quale hanno partecipato l’assessore all’ambiente Matteo Francesconi,  Andrea Berton, coordinatore del gruppo Fly&Sense del CNR Ifc di Pisa,   e Patrizia Andreini di Arpat.
A partire dal mese di gennaio sul territorio di Capannori saranno installate sei centraline low cost di piccole dimensioni (grandi all’incirca come una scatola da scarpe) di cui cinque fisse in aree urbane, extraurbane e rurali in fase di individuazione,  ed una mobile che sarà testata su un SAPR, comunemente chiamato drone, all’interno dell’aeroporto di Capannori, che è l’unica infrastruttura aeroportuale italiana autorizzata all’uso di UAV. Una delle centraline fisse sarà collocata in prossimità della centralina di Arpat situata nel parco pubblico di fronte ad Athena per verificare che i dati rilevati siano congrui rispetto a questa, poiché i due dispositivi di rilevamento utilizzano sistemi di taratura diversi. La centralina low cost situata nel centro di Capannori servirà anche da reference per le altre presenti nelle aree più periferiche, perché renderà leggibili i dati di tutto il sistema di monitoraggio della qualità dell’aria esteso sul territorio. Dati che, una volta dimostrata la coerenza tra i diversi sistemi di misura di particolato, potranno integrare i dati Arpat e saranno rilevati ogni 2 minuti e visibili in tempo reale. Le centraline non misureranno infatti pressioni ed emissioni di PM 10, ma lo stato della qualità dell’aria dato da un mix di fattori in modo da acquisire informazioni precise sulla distribuzione dell’inquinamento atmosferico nello spazio. Saranno infatti in grado di misurare temperatura, umidità relativa, rumore, qualità del manto stradale, anidride carbonica, ozono, biossido di azoto, monossido di carbonio, PM 2,5, PM 10 e VOC (componenti organici volatili). Questo nuovo sistema servirà a ‘spazializzare’ i dati di qualità dell’aria nelle zone periferiche del territorio.
I dati saranno caricati su un portale ad uso amministrativo per essere elaborati.
Questo nuovo sistema di rilevamento della qualità dell’aria, già testato al Polo Nord dai ricercatori del CNR, ha come obiettivo finale l’applicazione di una metodica innovativa low cost che si pone come supporto agli amministratori nel decidere quali azioni mettere in campo per migliorare la qualità dell’aria per quei parametri monitorati da Arpat, i ui dati sono disponibili online sul sito Arpat regionale.

“Siamo di fronte ad un progetto fortemente innovativo che può rivelarsi molto utile per aiutarci a capire quali siano in modo più preciso i fattori che incidono sull’inquinamento atmosferico nelle varie aree del nostro territorio – spiega l’assessore all’ambiente, Matteo Francesconi -. Le nuove centraline saranno infatti posizionate in modo da creare una rete della qualità dell’aria del territorio e fornire dati anche sulle differenze che esistono nelle varie zone. Un sistema di monitoraggio dell’aria che ci consentirà di attuare politiche più concrete e mirate nella lotta all’inquinamento atmosferico e che si pone in continuità con quanto già realizzato all’interno del Pac il piano di azione comunale. Vogliamo andare oltre il recepimento delle normative regionali e capire quali azioni concrete ed efficaci realizzare sulle base di nuovi dati e studi”.

I dati ottenuti dal nuovo sistema saranno considerati dati sperimentali, utilizzabili per la messa a punto e calibrazione dell’hardware di rilevamento, che in futuro sarà impiegato su più larga scala al fine di effettuare uno screening più accurato del territorio a complemento dei dati acquisiti dalle centraline fiscali ARPAT già operative.