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[ALTOPASCIO] Altopascio, blitz antiabusivi In otto verso l’espulsione

ALTOPASCIO. Continuano le operazioni sicurezza nel territorio di Altopascio. L’ultimo intervento, in ordine di tempo, condotto dai carabinieri della compagnia di Lucca che hanno coordinato quelli della stazione di Altopascio, l’unità cinofila dei carabinieri proveniente da Pisa, le pattuglie del pronto intervento, in collaborazione con la Polizia Municipale di Altopascio, ha riguardato un immobile fatiscente di via Torino, uno di quelli che dovranno essere abbattuti con la realizzazione del sottopasso ferroviario, occupato abusivamente da persone straniere non comunitarie, alcune delle quali prive dei permessi di soggiorno. Stranieri irregolari sono stati identificati anche in un altro appartamento di via Gavinana, per un totale di otto persone: per sei di loro sono già state attivate le procedure per l’allontanamento e l’espulsione.

«Si tratta di operazioni ripetute ormai in pianta stabile nel nostro territorio da parte delle forze dell’ordine in collaborazione con la Municipale – spiega il sindaco Sara D’Ambrosio –. Operazioni di controllo e prevenzione del crimine, oltre che di allontanamento degli irregolari, soprattutto se con reati a carico: in questo senso, credo anche io, come sostenuto dai sindaci di Firenze e Prato, Dario Nardella e Matteo Biffoni, che il decreto “Minniti-Orlando” sul ripristino dei centri di rimpatrio sia molto efficace e mi auguro che venga mantenuto anche dal nuovo governo. Credo che la Toscana abbia bisogno di un centro di rimpatrio per stranieri irregolari e socialmente pericolosi: non sto parlando delle persone straniere che risiedono in modo regolare, che lavorano e che sono inserite nella nostra comunità, mi riferisco solo ed esclusivamente a coloro che, senza permessi di soggiorno, commettono reati, occupano abusivamente immobili e vivono irregolarmente nel nostro territorio. Oggi, infatti, quando le forze dell’ordine identificano uno straniero irregolare devono trasportarlo in uno dei centri attivi nel sud d’Italia, prevalentemente a Bari, con un allungamento dei tempi e un aggravio notevole dei costi, soprattutto per il trasporto e per l’attivazione delle procedure. Con un centro per i rimpatri in Toscana questo problema non si porrebbe, al contrario le varie operazioni avrebbero un’efficacia maggiore. Ribadisco: non è la caccia

allo straniero in salsa leghista, che mi disgusta e mi preoccupa, è la volontà di intervenire in modo pragmatico, mettendo in piedi progetti e servizi di integrazione sociale e garantendo la certezza della pena, indipendentemente dal colore della pelle o dalla provenienza».

Fonte: Il Tirreno