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[ALTOPASCIO] Il tribunale ha concesso l’esercizio provvisorio

LUCCA. La buona novella è arrivata. I giudici del tribunale fallimentare presieduto da Giulio Giuntoli hanno dato l’okay all’esercizio provvisorio della «Conte of Florence Distribution srl» con sede legale ad Altopascio, la storica azienda fiorentina datata 1952 leader nel ramo dell’abbigliamento e degli accessori fallita la scorsa settimana con un buco di 21 milioni di euro. L’iniziativa del curatore Riccardo Della Santina, con cui sta lavorando alacremente l’amministratore delegato Carlo De Carolis, è stata autorizzata dal giudice delegato con parere del comitato dei creditori.

Non tutto è perduto, quindi. Per tre mesi il tribunale, attraverso la curatela, proverà a salvare il salvabile attraverso una serie di manovre anche dolorose (tagli al personale e alle filiali outlet o retail), ma necessarie. Perché all’orizzonte ci sarebbero uno o più investitori – stavolta reali e consolidati – interessato all’affitto del ramo d’azienda e, perché no, in futuro più o meno lontano a rilevare la società. Al momento si è appalesata un’impresa ligure (advisor di La Spezia?) che avrebbe mostrato interesse al marchio di una delle storiche aziende della Toscana. Ma vi sarebbero anche altri soggetti che hanno fatto capire di non disdegnare la possibilità di un ingresso attraverso l’affitto di ramo d’azienda. Ad oggi, è bene ricordarlo, sono una cinquantina i dipendenti nella sede di corte Luini della «Conte of Florence Distribution spa» mentre sono circa 120 le commesse, gli impiegati e il personale a lavoro nei 48 punti vendita COF outlet o reail sparsi in tutta Italia (anche a Lucca, Forte dei Marmi, Livorno e Pisa) le.

INCHIESTA PENALE

Antonino Pane, vice presidente della Global Smart Capital Corporation Limited con sede ad Honk Kong che aveva rilevato all’ultimo tuffo (4 maggio, un mese e

15 giorni prima del crac), figura nel registro degli indagati. Lui si professa estraneo ai fatti contestati dalla procura. Sostiene di essere stato a sua volta raggirato e che avrebbe portato lui stesso al giudice la copia fotostatica risultata falsa dell’orders check di 10 milioni.

Fonte: Il Tirreno