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[ALTOPASCIO] Linea Oro, crac da 8,7 milioni e ingenti debiti con l’Erario

LUCCA

La richiesta di concordato preventivo che avrebbe soddisfatto i creditori passava anche dalla vendita di un fabbricato in piazza Crispi a Pietrasanta ad un prezzo uguale o superiore a 1,9 milioni di euro.

Sarebbe servita un’offerta irrevocabile d’acquisto che garantisse di ottenere, dalla vendita del bene, la somma attesa. Ma nonostante il perfezionamento della vendita dell’immobile, la storica Linea Oro srl, con sede in via Buia, è stata dichiarata fallita dai giudici del tribunale. La declaratoria è giunta per il mancato raggiungimento della maggioranza dei creditori. A votare contro impedendo l’ammissione al concordato è stato il maggior creditore: Monte dei Paschi di Siena.

Così il giudice delegato Giacomo Lucente ha nominato curatore fallimentare Marco Marchi stabilendo l’assemblea dei creditori il 19 marzo 2019.

La società Linea Oro viene costituita nel 1978 per l’esercizio dell’attività di assunzione di agenzie, rappresentanze e mandati di oro, incluso l’oro da investimenti e industriale, di metalli preziosi, di argento, gioielleria, corallo e perle, orologeria e antiquariato. È rimasta attiva per 40 anni divenendo punto di riferimento per il settore e il commercio locale della lavorazione dei metalli preziosi. La crisi trae origine dalla cessazione di punti vendita di preziosi.

La compagine sociale riconducibile alle famiglie Benelli e Silvestri, rispettivamente di Altopascio e Montecarlo, era così composta: Rolando Silvestri, 70 anni, amministratore unico, residente a Pescia, con una quota pari al 42,80% del capitale sociale; Pietro Benelli, 64 anni, residente ad Altopascio, con una quota del 42,80% e le rispettive consorti entrambe con quote del 7,72 %. Per coprire il fabbisogno concordatario ammontante a 8 milioni e 723mila euro il piano prevedeva 3,6 milioni per crediti con privilegio speciale immobiliare, 2,3 milioni per crediti con privilegio generale e 1,7 milioni per crediti chirografari. Dagli accertamenti è emerso un debito tributario iscritto a ruolo di 1,2 milioni.

Negli anni Duemila alcune banche proposero la formula del «prestito d’uso d’oro». Invece che acquistare oro sul mercato, «Linea Oro srl» otteneva il prestito dalla banca con l’obbligo della restituzione. L’operazione celava un finanziamento, garantito da un certo numero di chilogrammi di oro, il cui valore doveva essere restituito alla scadenza. In pratica non veniva restituito l’oro, ma l’equivalente in denaro al valore del finxing calcolato al momento della restituzione del finanziamento.

All’inizio del 2000 Linea Oro ha stipulato con banche – poi fuse con MPS – un contratto di prestito per 50 chili d’oro al prezzo di 10 euro al grammo. Nel corso del 2012 MPS ha chiesto a Linea Oro il rientro per un valore di 15 chili di oro. Provocando un danno di 500mila euro. —

Fonte: Il Tirreno