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[ALTOPASCIO] Lavoro nero, controlli e multe in Lucchesia, due aziende su tre risultano irregolari


A Lucca due aziende su tre non rispettano le regole in materia di lavoro. C’è il muratore in nero del cantiere edile di Lucca che – guarda caso – è al primo giorno di prova. O almeno questo sostiene la ditta. C’è l’azienda di servizi postali che manda in giro per 8 e passa ore giovani pony express pagandoli illecitamente meno di quanto dovrebbe. Ci sono 5 lavoratori fantasma trovati in un calzaturificio della Piana. E poi ci sono le società che si occupano di consegna delle merci che, tra un subappalto e l’altro, fanno somministrazione abusiva di manodopera. Non calano le irregolarità nel mondo del lavoro della Lucchesia. Anzi, dal 1° gennaio 2018 al 31 agosto gli ispettori della Direzione territoriale di Lucca e Massa Carrara hanno effettuato 360 ispezioni e 20 accertamenti nei sette principali Comuni della zona: Lucca, Capannori, Porcari, Altopascio, Montecarlo, Borgo a Mozzano, Castelnuovo.

Il bilancio è impietoso: le aziende irregolari sono il 66,17% del totale, l’imponibile evaso ammonta a un milione e 700mila euro e le sanzioni – tra penali e amministrative – superano i 130mila euro. Le irregolarità più frequenti riguardando questioni amministrative (559), lavoratori in nero (111 casi), mancato rispetto dell’orario di lavoro (54) e violazioni prevenzionistiche (42 casi). Contestate anche 15 irregolarità di carattere penale. Nessun caso, invece, di impiego di lavoratori clandestini. Anche il fenomeno del caporalato non è stato rilevato. I numeri ovviamente si allargano se si prende in considerazione l’intera provincia, con la Versilia e tutti i piccoli comuni della Garfagnana: 824 ispezioni e 37 accertamenti, 349 irregolarità (67,99%), 2,7 milioni di imponibile evaso e circa 230mila euro di sanzioni. Le attività sospese perché il numero dei lavoratori in nero superava il 20% del totale della manodopera in provincia sono state una quarantina: in 35 casi la sospensione è stata revocata perché i lavoratori sono stati assunti, mentre in 3 casi sono ancora in essere.

Rispetto allo scorso anno la percentuale di irregolarità è in aumento. Il 2017 si era chiuso con il 59,2% delle aziende non a posto con le normative. Oggi siamo al 66,17%. «Il motivo è duplice – spiega Anna Maria Venezia capo dell’Ispettorato, direzione territoriale Lucca-Massa Carrara – Da un lato stiamo sperimentando modelli di intelligence che attraverso l’analisi delle banche dati ci consentono di controllare aziende in cui le probabilità di irregolarità sono elevate. Dall’altro, risulta purtroppo evidente che le misure di contrasto non riescono a scalfire il nocciolo duro dell’illegalità in ambito lavorativo, in particolare per il lavoro nero». E dire che gli strumenti ci sarebbero, ma per una sorta di “gelosia” tra enti, non vengono condivisi. Dal gennaio 2017 è operativa la nuova agenzia per i controlli che ha accorpato sotto il cappello di un unico soggetto l’attività degli ispettori del ministero del Lavoro, con quelli di Inail (che si occupano di prevenzione) e Inps (materia previdenziale), che invece sono rimasti in forza ai rispettivi istituti. L’obiettivo era evitare la sovrapposizione

e rendere le ispezioni più efficaci. L’accesso all’enorme banca dati dell’Inps avrebbe dovuto dare nuove frecce ai controllori, ma ad oggi quei dati non vengono condivisi con gli ispettori del nuovo ente. Il perché è un mistero. Del caso si è occupato anche Report. —

 

Fonte: Il Tirreno