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[ALTOPASCIO] Ex amministratore indagato per il marchio ceduto a società bulgara

LUCCA

Il risiko della cessione del marchio – datata 2015 – alla società bulgara «Pentacompany» che, come accertato dall’Agenzia delle Entrate nella relazione ispettiva del 24 novembre del 2017, non ha una reale consistenza organizzativa, è il cuore dell’inchiesta della procura sul fallimento della Conte of Florence, storico marchio della moda toscana, dichiarata fallita nel giugno scorso dal tribunale con un buco di 21 milioni. E in questi giorni un ex amministratore – Massimo Tassinari residente a Carrara, tra l’altro in passato direttore commerciale della Peuterey – è stato interrogato dalla magistratura lucchese alla presenza del suo legale in relazione alla distrazione del marchio «Conte of Florence» che nel 2015 venne ceduto al prezzo di 1,3 milioni dalla «Conte of Florence Distribution spa» alla bulgara «Pentacompany» con sede a Sofia. Una cessione con riserva del diritto esclusivo del marchio per i mercati esteri (quelli maggiormente redditizi) mentre per quello italiano ottiene l’uso esclusivo e gratuito sino al 2017 e con royalty dell’1% del fatturato annuale sino al 2018. Strano, molto strano. Specie se nel 2017 l’Agenzia delle Entrate accerta che la società bulgara è una scatola vuota: non ha consistenza e le gestione del marchio si mercati esteri è in realtà svolta dalla Cof. Una cessione che gli stessi giudici fallimentari ritengono fittizia e con l’unico scopo di mettere in sicurezza il marchio da un nuovo fallimento. Su questo e su altri punti è stato chiamato a rispondere quello che all’epoca era ritenuto uno dei manager di spicco del gruppo Lusini: Massimo Tassinari. I finanzieri, che hanno ricevuto documentazione da parte dell’ex amministratore, sono convinti che l’operazione che ha portato alla presunta cessione fittizia del marchio sia conseguenza di una precedente fusione inversa che risale al 2012 quando l’attività della Cof era stata presa in affitto dalla «Dekker&Dejo» di Altopascio, che due anni più tardi l’aveva acquistata tramite una società di nuova costituzione: la Conte of Florence Distribution spa. Operazione che non aveva dato i frutti sperati tanto che nel 2017 la situazione debitoria si era fatta insostenibile. Un’inchiesta, quella sul crac di Cof, che potrebbe riservare in futuro novità molto importanti.

Intanto, grazie alla professionalità dell’amministratore delegato Carlo De Carolis e del curatore fallimentare Riccardo Della Santina, l’esercizio provvisorio concesso dal giudice delegato Giacomo Lucente prosegue sino al 30 giugno 2019. C’è un’iniezione di fiducia

per i 177 lavoratori della Cont of Florence in considerazione delle buone vendite nei negozi della collezione autunno-inverno che è stata consegnata grazie al sostegno dei fornitori pratesi. Si parla di introiti pari al doppio dello stesso periodo del 2017. Qualcosa si muove. —

Fonte: Il Tirreno